Garosky correva con tutta la forza che le gambe li permettevano, ma poi si fermò, e pensò. Pensò al congegno che il vecchio folle aveva bloccato prima del suo abbraccio suicida, pensò che se non si sarebbe salvato, avrebbe fatto qualcosa che valesse la sua morte. Garosky, con tutto il coraggio che aveva accumulato nella sua vita, reinvertì la corsa. All'esterno, i mostri e gli umanoidi si affrontavano fino all'ultimo, ma gli Alien erano forti di una riproduzione straordinaria, che aveva fatto appello alla popolazione di una città ormai deserta. Nel momento in cui perse quota, l'astronave aliena era assaltata dalle presunte prede, ma niente che non potessero gestire. Garosky tornò al punto di partenza, la vide, la bomba aliena disinnescata, la afferrò, cercò di riattivarla, ma la sua ignoranza in amteria era eccessiva. A Garosky stava venendo un coccolone, il suo sacrificio sarebbe stato inutile, senza aver mai potuto sapere se almeno la sua fuga sarebbe riuscita. Poi, d'un tratto, lo sentì: Un respiro forte, profondo, quasi proveniente dalla sua stessa anima. Garosky si voltò molto lentamente, col congegno in mano. La regina era ancora lì, i feromoni avevano perso effetto. La maestosa creatura lo esaminava da lontano, staccata dal suo apparato ovopositore, e lentamente si avvicinava, facendo movimenti sinuosi e molto calmi e lenti, muovendo una gamba alla volta, respirando piano, per non spaventare la preda, che era immobile terrorizzata, con un oggetto freddo fra le braccia. Garosky tremava di fronte a un essere così misterioso e sconcertante, dalla forma così ambigua e imponente, gl ianfratti più selvaggi della sua mente urlavano al suicidio, al gettarsi contro l'aliena, a chiudere semplicemente gli occhi. Ma Garosky sapeva bene, quello che doveva fare. Mentre fissava la regina, ticchettò sui pulsanti, cercando di ricordare cosa avesse fatto l'anziano prima di lui per disinnescarla, per poter così ripercorrere quei pulsanti, e premendoli al contrario, fatto ciò, un suono digitale risuonò nella caverna, facendo scattare la bocca della regina verso di lui. Garosky agiì di puro riflesso, fece un balzo laterale e sfuggì alle fauci del maestoso incubo, ma non del tutto, perchè la rapida creatura era riuscita a portarli via la gamba sinistra. L'uomo perse il congegno, urlando e rantolando mentre flotti di sangue balzavano fuori da quel buco enorme che sostituiva la sua coscia. Tra i lamenti e i pianti, Garosky si avvicinò al cadavere del Predator ucciso poco prima dal vecchio, e lo indossò, per un ultimo disperato cenno di speranza di non morire per niente. Il grande incubo alzò la sua coda e con uno schiocco sinuoso cercò di impalare Garosky, che però azzionò l'arma aliena facendo uscire due grosse lame dal dispositivo da polso propio mentre la coda si avvicinava. La coda si tagliò, e la protuberanza appuntita cadde di peso dall'altra parte della caverna, slanciata dalla coda che si ritraeva al meonento dell'amputazione. Un ruggito dal fenomenale terrore fece tremare la caverna fin nel profondo, con una rabbia e un impeto che fece sgranare gli occhi a Garosky, la ui adrenalina lo aveva completamente distaccato dal mondo, con il cuore che stava per cedere a causa di tutte quelle emozioni in contemporanea che gli impediva di pensare al resto del mondo: solo lui e lei, non contava neanche che il sangue alieno lo stesse consumando. La regina era umiliata dal fatto che un essere così piccolo e debole l'avesse deturpata, onta, rabbia, sete di vendetta schizzavano elettrici e pungenti come fulmini nella mente della grande madre, che però ignorava che Garosky avesse riattivato l'autodistruzione predator. La regina si lanciò con tutta la violenza che gli era possibile, e mentre sul volto di Garosky scorreva la sua ultima lacrima, alzò il braccio con l'arma del predator, poi, per entrambi, fu luce, poi, più nulla. L'esplosione fu di una potenza immane, tale da scagliare in aria il pavimento su cui si poggiavano i guerrieri di superficie, tale da far sbandare un astronave. Il fucoo e il gragore dell'esplosione rivoltarono la terra come un guanto, con un onda d'urto che soffiò via Kaput City come se forse uno scherzo di polvere sulla lavagna dell'esistenza, i vetri dei grattacieli si spaccarono incontemporanea e furono scagliati a vortice ovunque nella città, sembrava l'apocalisse. Un attimo che sembrava eterno, eppure durò solo pochi, inesorabili istanti. Terminata l'esplosione, i pezzi della cittadina furono lasciati alla gravità, e si spaccarono al suolo, in uno scenario che non dava possibilità di pensare che li ci fosse una cittadina abitata. Tutti, a terra, erano morti, umani e alieni, solo l'astronave si salvò, i cui predator all'interno, non poterono fare altro che scrutare lo scenario del fallimento. Averono a malapensa il tempo di onorare i valorosi cacciatori perduti, valorosi, giovani guerrieri che per la prima volta dovevano scoprire l'ebbrezza del trofeo. Con ciò, l'astronave si dileguò nello spazio profondo.
EPILOGO
La limousine di Brinington potè fermarsi solo a una certa distanza. Persino quando era a una distanza considerevole da kaput City, si sentì quel boato tremendo e terrificante. Il ministro uscì dalla sua Limousine sbigottito, osservando l'aberrante scenario di distruzione, osservando quello che una volta era kaput City. Il ministro prese un cellulare collegato a una linea protetta, e cominciò a parlare col presidente USA, che li rispose formalmente, l'autista sentiva parlare solo Brinington:
Brinington: "Signor presidente? Sono arrivato a kaput City, o in quel che ne rimane.."
Brinington: "Lo so signore, comprendo che ero quì solo per trovare i miei uomini ma.."
Brinington: "capisco signore.. dunque ne è già al corrente.."
Brinington: "No signore, non credo siano sopravvisuti testimoni, a parte me e lei"
Brinington: "I media? Stia tranquillo signore, ufficialmente è stata una testata atomica terroristica"
Brinington: "No signore, non un solo fotogramma passerà integro i nostri controlli sulle informazione, censusreremo ogni cosa non sia coerente con le nostre teorie"
Brinington: "Sì signor presidente, alcuni corpi infetti sono stati portati in un centro scientifico apposito in una foresta pluviale poco lontana dai caraibi, completo distacco, traccie eliminate, e soprattutto, abbiamo ancora alieni su cui lavorare"
Presidente-USA: "Voglio i primi dati sul progresso di rieducazione dei corpi alieni non appena questi saranno adulti"
Brinington: così sarà, signore.
---FINE---
Un grazie a Queen e a tutta la comunità per la splendida scrittura e partecipazione.
Edited by DarkNightmare - 28/9/2009, 17:17