| Queen, la prima non mi ha colpito particolarmente, del resto non è fatta come poesia in sè ma in riferimento a Prometheus. Ma la seconda, che tu dici frettolosa, ha, nella suo breve sviluppo, il raro pregio di comunicare l'intimità, e non è poco.
La storia della lucertola in effetti è uno dei miei più brutti ricordi d'infanzia, altrimenti piuttosto spensierata, l'unica cosa che non ho partorito di sana pianta (anche se ci sono nella poesia riferimenti alla Metamorfosi). Avevo sei anni, e un bambino poco più grande di me stava facendo questo bel servizietto ad una lucertola, una piccola, quindi più lenta e vulnerabile. Non con le forchette, ma con dei bastoncini affilati. Quando me ne sono accorto, passandogli accanto, non ci ho più visto e gli ho scatenato contro tutte le mie (esigue) energie, non senza effetti soddisfacenti, fattostà che, mi pare fossimo in un campo solare, un'animatrice mi ha staccato da lui incazzatissima, io le ho spiegato tutto e lei, sprezzante, si è girata con un "per una lucertola". E forse aveva ragione e non avrei dovuto reagire così (tranne il minuscolo particolare che lo rifarei), ma io rimasi lì in ginocchio a guardare l'animaletto ancora agonizzante, con tre pezzi di legno nel corpo, piangendo come una vite tagliata e chiedendomi che avessi fatto di tanto sbagliato, mentre l'altro ragazzino veniva consolato e io preso sottovoce a male parole.
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