CAMPIONE DELLA SPECIE
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| Superstiti: A new beginning Lo so, lo so: nove mesi di assenza, porca miseriaccia, ma credo che questi mesi di pausa siano stati dei semi che ora daranno i loro frutti. Esatto: una nuova stagione di Superstiti! MA, c'è un ma grande come una casa: in questa serie ricominceremo con nuovi personaggi, una nuova storia, ma chissà che Royce, Axe e Signed non possano tornare un giorno. Questa serie continuerà a vivere se voi lo vorrete, ma servirà il vostro supporto perché cio avvenga. Quindi cominciamo col primo episodio di questo reboot.
"Ammirate le mie opere, oh potenti, e disperate..."- Byron Cammino tristemente in questa valle, dove la morte ha ormai piantato i suoi semi. L'aria non sembra tossica, nonostante la nube nera abbia circondato la cittadina. Null'altro che un piccolo boschetto mi separa dalle mura della città. Tutto questo mi riporta alla mente il buon vecchio Dante: -"Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, che la diretta via era smarrita...". Se solo il Signor Weyland potesse vedermi, ora. Come Dante mi accingo ad entrare nella selva oscura, mentre la giusta via mi lascio alle spalle. Effettivamente trovo anche un paragone con Dante nella mia persona: da bambino, con ancora i fili attaccati a braccia e gambe, sono divenuto un uomo. Si potrebbe quindi dire che ho raggiunto "il mezzo del cammin della mia vita". Ironico, vero? Il terreno è fangoso, le foglie sono secche e scricchiola tutto sotto i miei piedi. Poi mi appaiono come in sogno: tre creature, l'umanità simile all'altra completamente diversa. La loro pelle sembra pallida, sporca però del goo. Eccole lì, quindi, le Belve: il leone, la lupa e la lonza, suppongo. Non sembrano pericolosi, ma è meglio proseguire senza fermarsi. Mi guardano con fare imprevedibile, non capisco se vogliono saltarmi addosso o lasciarmi passare. Un altro suono di passi alle mie spalle: è Shaw! Si è risvegliata dal sonno della criocapsula. -"David...che sta succedendo?" Non potevo chiedere di meglio: la mia guida, il mio mentore, il mio Virgilio si potrebbe dire. Ha ancora indosso la cappa degli Ingegneri che le ho dato prima che si addormentasse. Si trascina coi piedi verso di me, ma è stanca. Le tre creature le ringhiano addosso, ma sono certo che con me a difenderla la lasceranno andare. -"Elizabeth, si aggrappi a me."- la tranquillizzo, facendole mettere il braccio sinistro sulle mie spalle. La aiutò ad attraversare la foresta lasciandoci alle spalle la nave, sperando che presto arriveremo ai cancelli dell'aldilà. Le creature restano dietro di noi, fissandoci in silenzio, come se soffrissero in maniera impercettibile. Le mutazioni della sostanza nera sono davvero affascinanti, devo ammetterlo. -"Siamo arrivati, vero David?"- mi chiede ansimando. -"Si, siamo a casa loro."- -"Come siamo arrivati qui?"- Non so cosa dirle con certezza, ma una cosa la so: qualsiasi cosa le dica lei non smetterà mai di credere. Resto quindi in silenzio, aiutandola ad avanzare. Dopo aver oltrepassato alcuni alberi, eccole: le mura della città. Di fronte a noi, all'entrata delle mura, una fila di cadaveri ancora fumanti, quasi carbonizzati o pietrificati. Le porte dell'Ade hanno sempre una lunga fila, ma stavolta le anime non volevano entrarvi, bensì fuoriuscirne. Continua...
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