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Aliens: Infernal, Una terribile lotta a due contro la morte!

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view post Posted on 24/6/2017, 21:52
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DITA CONSUMATE

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Chiedo venia ai miei fan, sono un po' "bloccato" in questi giorni…mi auguro di poter tirar fuori qualcosa quanto prima.
E' un qualcosa in divenire e non voglio scrivere tanto per fare, ci voglio mettere impegno e passione.
 
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view post Posted on 3/7/2017, 15:31
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DITA CONSUMATE

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Stasera Cora e Jasper potrebbero finalmente rifarsi vivi.
Il mio (diabolico) piano è quello di finire prima di andar in ferie. Detesto lasciare le cose a metà. Quelle che vale la pena sviluppare. E i miei due guerrieri dello spazio si devono rimettere in sesto quanto prima. :D
 
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view post Posted on 16/10/2017, 20:21
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DITA CONSUMATE

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Scusate, scusa Cora. Ecco il finale. Occhio che morde.


Capitolo 3: Alla fine giunge il dolore

Sonia fu la prima a cadere in trappola e non sarebbe stata l'ultima.
Percorrevamo quegli stretti corridoi, camminavamo in quelle anguste luride stanze, pervasi da una sorta di morbosa eccitazione mista al disgusto e ad un vago terrore. Il terrore di essere dilaniati all'istante o di attendere una lunga asfissiante tortura che ci avrebbe condotti alla morte.
Me ne stetti quasi in disparte, vicino a Cora, nel momento in cui Phil ci segnalò presenza aliena.
“A ore quattro!” gridava sputando bacilli nell'aria mentre si faceva più forte l'odore di quei miserabili assassini dall'aspetto insettiforme.
Non avevamo fatto che pochi passi per avvicinarci al centro della struttura che già rischiavamo di perdere altri uomini. Quelle cose non scherzavano affatto.
“Dove ci stiamo dirigendo la situazione si farà molto più pericolosa, quindi conviene utilizzare le munizioni con parsimonia. Abbiamo caschi e corazze corazzate, non vergogniamoci di fare un po' di corpo a corpo con questi bastardi!” ci incitava il capitano, l'unico a non tradire alcun sentimento che non fosse l'odio per gli alien.
“Cazzo sì!” grugnì Clifford, il solito buontempone pronto a rovinare l'atmosfera. Avevo una voglia insana di spaccargli quel muso abbronzato.
Intanto che dialogavo con me stesso, Cora e gli altri sparavano raffiche ininterrotte sui mostri.
Mi ripresi da quella specie di torpore quando in simultanea fui svegliato da un rauco grido di dolore e da un getto di sangue che mi inzuppò completamente il casco.
Nel tentativo di fare a botte con uno di quei demoni, Phil si era lasciato prendere alle spalle da un terzetto nascosto tra le ombre.
In quattro l'avevano accerchiato e l'avevano spremuto come un limone: non fece in tempo ad urlare per la sofferenze che gli arti degli xeno l'avevano aperto come un tacchino, sventrandolo.
Sobbalzai e mi trovai presto a gridare anch'io per la disperazione, una Cora più agguerrita che mai era prontissima a aiutarmi.
Purtroppo quando ormai ci eravamo decisi, anche Clayton ci lasciò. La sua fine non fu meno orribile.
Facemmo tutti una pausa. Il capitano riunì il gruppo e parlò in modo molto “alto” di responsabilità e giustizia. Avevamo perso tre dei nostri e se non ci si decideva a muovere il culo, saremmo morti tutti.
Dovevamo scendere ancora in più in profondità e affrontare l'inferno, quello vero.

Ci aveva atteso per molte ore e finalmente lo trovammo. O lui trovò noi, considerando quanto andò di merda. L'incubo, il male, la morte, chiamatelo come volete. Il nido era in attesa, dormiente, aspettava nuove vittime da sacrificare per il bene della specie aliena.
I miei compagni non staranno al vostro gioco malato, mi dicevo in quella notte senza speranza. Peccato che il peggio doveva ancora arrivare.
Iniziò con la scoperta delle uova: in tutta quella zona c'era una gran puzza di fumo che appesantiva l'aria in modo atroce, si vedeva a malapena per la foschia...e poi c'erano...le uova. Moltissime. Troppe per noi che eravamo sempre meno. Clifford aumentò la temperatura usando il lanciafiamme nelle zone più buie, cercando minacce celate. Inutile. Le insidie per me e Soncarf si trovavano tutte nel caldo di quelle sacche schifose, ricoperte di nefandi umori.
Jackson Peterson volle seguire Clifford nella sua condotta aggressiva e per poco non inciampò nel baratro di fianco a lui. Tutto era scivoloso e puzzava di sangue alieno, in quello stanzone che si affacciava sulla via di uscita. Prima di saltar fuori però dovevamo prendere l'ascensore in fondo all'area, cercando di non far troppo rumore e risvegliare quelle schifezze avvinghiafaccia.
Detti una manata a Clifford e al suo compagno più idiota di lui.
I due schivarono i miei colpi ma non quello di Cora, che con un pugno quasì atterrò Peterson.
Clifford si tolse il casco e mi aggredì all'istante, mentre il suo compagno cercava di afferrare Cora. Lei si divincolò disperatamente mentre il selvaggio irlandese la pestava senza dar segno di voler smettere. Soncarf cercò di salvare la situazione ma fu spinto via.
“Adesso vediamo se ti diverti ancora, stupida! Clifford amico mio, è tutta per te!” disse, sogghignando in modo ebete.
Dopo avermi dato due energici pugni al collo, Clifford si avvicinò alla mia ragazza e la strattonò a sé.
Non sentii i versi alieni , le urla soffocate. Stavamo facendo troppo rumore ma non mi importava. Volevo solo vedere Peterson e Clifford perire sotto le mie botte, o peggio.
Intanto che qualcun altro moriva senza ricevere alcun aiuto da me e dagli altri litiganti, Clifford riceveva un pestone sul ghigno a forma di cuore. Altri calci e pugni. Mi ripresi a fatica dopo un colpo nei fianchi infertomi da Peterson, mi alzai con fatica. E così la vidi. Cora. Asfaltava la faccia di Clifford con poderosi calci , tutti dritti in testa. Era una machera di sangue. Io mi accanii seguendo le azioni della mia donna, gli ruppi una decina di costole continuando a colpire mentre la ginoide lo riduceva ad un teschio quasi privo di pelle.
La cosa umida e rossa che era diventata la faccia di Clifford si ruppe ulteriormente sotto gli stivali di Cora, che al culmine della rabbia finì per tenergli bloccate le estremità sulla faccia e sul collo fino a soffocarlo. Non la biasimai, seppur inizialmente rimasi inorridito dalla sua estrema violenza.
Peterson fu soffocato in modo diverso, come del resto anche la povera Barbara, fino a quel momento scampata ad ogni genere di supplizio.
Tentati di afferrare Cora, che era pronta ad uccidere anche Peterson. Le scivolai contro cercando di fermare la sua avanzata, lei mi guardò con occhi arrabbiati e mi fece cadere con una spinta abilmente dosata.
In quel momento se avesse voluto uccidermi mi sarebbe saltata addosso e mi avrebbe fatto lentamente a brandelli.
Vidi urlare i miei compagni, le facce dei miei compagni scomparvero, annichilite e violate da quei piccoli mostri xenomorfi con la coda appuntita.
Sputai a terra con rabbia vedendo Peterson in balia di una di quelle cose, ma piansi amaramente in silenzio quando vidi anche Barbara fare la stessa fine. Si contorse senza fiato a terra, cercando di scrollarsi di dosso il parassita, ma ricevette un bacio mortale in cambio della sua ribellione. In un attimo Barbara smise di muoversi, ogni suo muscolo si irrigidì quando la creatura che la possedeva le demolì la faccia con la pressione del suo demoniaco corpo, riducendole il cranio ad una grottesca parodia tesa in un ghigno orribilmente sofferto.
Prima che io e i pochi rimasti provassimo a salvarla, era morta. Nessuna pietà da quei bastardi assetati di sofferenza.
Anche i facehugger, studiati dalla Weyland-Yutani con la stessa attenzione dimostrata con i “compagni” adulti, dovevano in qualche modo essersi evoluti, o involuti, in qualcosa di ancora più primitivo e letale.
Ci muovemmo in silenzio verso l'ascensore. Non parlammo per tutto il tempo che rimanemmo in attesa di scendere verso l'esterno, ma fummo di nuovo in preda al panico quando l'ascensore sussultò violentemente e crollò con gran velocità verso l'oblio.
Per la potente botta che ricevemmo, Soncarf cadde rovinosamente, urlando di essersi slogato una caviglia. E perdemmo tutte le armi, a parte Cora, decisa a espellere tutti quei figli di puttana dal mondo.
Con gran sorpresa vedemmo non la luce ma tenebre ancora più accecanti.
Una creatura possente ci accolse aprendo le porte dell'ascensore con le grosse mani di cui era munita, ci guardava senza vederci...con la testa coperta da una sorta di corona. Si era liberata del suo fardello, l'apparato ovopositore doveva averlo perso nella fuga verso l'esterno. Ci aveva trovati , ci avrebbe uccisi. Era infuriata. Il primo a soccombere alla sua collera rischiò di essere il sottoscritto ma Cora respinse l'aliena “alpha” con brevi ma precise raffiche di fucile automatico. Non cedette alla paura, nemmeno quando la cosa la seguì verso l'esterno, cercando di inseguirla per schiacciarla.

Soncarf si mise nel mezzo, trascinandosi dolorante verso la Olygarch, di poco distante.
“Sganciamo un missile qui sopra dalla Olygarch, finiamo questa stronzataaaaa!” cominciò a dire il capitano, ma fu sorpreso dalla morte. La morte dalla grande testa e la bocca dalla doppia dentatura.
Il nostro capitano non gridò e il mostro che gli alitava sul collo sollevandolo da terra non si scompose neppure sotto i numerosi colpi a bruciapelo di Cora, che non smetteva di sparare.
Cacciai un urlo lacerante nel vedere Soncarf venire trafitto dalla signora degli alieni. Lei lo prese per i capelli e lo infilzò , forzando tutta la coda nel suo corpo vessato già dalla stanchezza. Lo aprì a fondo e annegò la bocca nel suo sangue, quasi come per nutrirsene. Srotolò la sua appendice nelle viscere del capitano, come se volesse fondersi con lui. Le gambe schizzarono via di colpo, al termine di quel lussurioso, perverso supplizio.
Cora tornò indietro per soccorrerlo, non senza una nuova arma per battere la stronza.
Soncarf non la smetteva di urlare, la Regina stava per schiacciarlo con le sue zampe dai grotteschi “tacchi”.
Cora attirò la sua attenzione e la ebbe in una manciata di millesimi di secondo. Quando il mostro si accanì sulla Olygarch nel tentativo di raggiungere la mia donna, lei le esplose un colpo in piena faccia. Un bel razzo simile a quelli Stinger, nessun movimento le avrebbe evitato un bello squarcio nel suo corpo schifoso poiché l'arma , dall'aspetto assai strambo, aveva in dotazione missili teleguidati ad alto potenziale incendiario. Bruciavano dentro il bersaglio, arrostendolo all'istante.
“Muori , troia!” la salutò Cora, con il suo modo da donna elegante.

Chiarimmo un po' le nostre posizioni, io e la mia amata. Le dimostrai che la amavo e mi sentivo in colpa per averla difesa forse tardi, lei mi guardò con occhi meno arrabbiati e decise di prendere ciò che avevo da offfrirle. Decise di fidarmi di me. E tuttora lo fa, sopportandomi.
La seconda cosa che fece dopo avermi abbracciato con le lacrime agli occhi fu cercare di salvare quel che restava di Soncarf, il nostro capitano sfortunato e con meno coraggio di altri.
Trafficò a lungo con cavi e chip dall'aspetto inquietante per me che non capivo nulla di robotica, ma alla fine Soncarf si salvò dalla morte per setticemia, diventando un simpatico ma tonto ibrido uomo/macchina.
Stavamo per partire, per abbandonare quella città abbandonata e maledetta, ma non ci accorgemmo che lei, l'Aliena , era ancora capace di farci del male.
A nostra insaputa era scivolata dentro la Olygarch poco prima della “resurrezione” di Jackie.
Aveva manomesso il computer di bordo mentre io e Cora, sciaguratamente, eravamo alle prese con la prima esperienza sessuale della nostra vita assieme. Fummo costretti ad un brusco atterraggio, saltammo fuori prima di toccare nuovamente terra. Scivolammo entrambi verso la salvezza, destinati com'eravamo a guardare lo squallido paesaggio di una NY devastata.
La stronza aliena tentò un disperato scatto per uscire dal posto di comando ma la nostra base divenne fumo prima che potesse fare in tempo. Era troppo devastata dai colpi di Cora, il razzo le aveva tranciato in due la testa ma era ancora vogliosa di noi. Del nostro sangue, della nostra morte.
Non ci aveva presi, ma in compenso dovemmo restare lì per un giorno e qualche ora, teneramente attaccati l'uno all'altra. Nel fallimento ci siamo presi qualche vittoria. Ecco perchè Cora a tutt'oggi mi rimprovera per il mio stato depressivo. Mai arrendersi, questo è il suo motto. O sarà lei a cadere nel baratro e a scoraggiarsi.

Silver Jackie è seduto al tavolo, Cora mi fissa cercando di scorgere qualche debolezza nel mio animo. Non la trova quindi si rasserena e mi bacia sul collo.
“Io mi sono addormentato...scusate...” comincio io, perplesso di me stesso.
“Fa niente, significa che stai meglio...stavo per parlare della nostra attesa dei soccorsi quando hai cominciato a russare...” mi rimprovera lei, con ironia.
Una visita inaspettata, qualcuno bussa all'ingresso della nostra navetta.
“La Weyland...” dice Cora, con voce calma, soppesando le parole. Stacca lo sguardo dallo schermo che proietta le immagini dell'esterno e mi tocca le braccia con inaudita lascivia, leccandosi le labbra come per farmi strane promesse.
Va ad aprire: si tratta di due uomini in tuta grigia, simile a quelle dei disinfestatori.
Cerco di dire qualcosa, Soncarf e quel che rimane di lui mi sorride senza parlare. C'è un'atmosfera sempre più febbrile, distorta in qualche modo.
Finisco per gridare, ma una mano elettrica mi fa svenire. Mi porta nell'oblio. Provo a farmi abbandonare nella tristezza ma semplicemente cesso di esistere da quel momento.

Mi sveglio, accaldato, su un lettino , in una stanza dall'aria asettica.
“Giorno! Un buongiorno per noi, però.” dice una voce melliflua, proveniente da quello che ha tutta l'aria di essere uno scienziato. Cora è sempre vicina a me, anche lei però indossa una divisa. Una divisa dall'aspetto sinistramente familiare.
La guardo meglio e quasi impreco, singhiozzando con fatica. E' forse passata dalla parte della Weyland? Mentre una cupola di vetro si chiude su di noi, un altro uomo comincia a spiegare: “Cora è stata di grande aiuto. So cosa sta pensando, lei l'ha tradita. Si sbaglia, Mr. Desmond, è sempre stata una nostra fedelissima. Beh Soncarf non lo era, infatti l'abbiamo dovuto sopprimere, ahimè.”
Mentre parla, io sudo sempre più copiosamente e Cora mi sale addosso, riempiendo tutto lo spazio che ho a disposizione su quel detestabile letto da ospedale. Mi opprime e mi disgusta, lei, in questo momento. Quasi la temo, perchè non parla e mi guarda in modo inquietante, come se volesse divorarmi.
“Abbiamo fatto grandi esperimenti su questa bella ragazza, si è offerta generosamente ai nostri scopi. Si è fatta ingravidare dagli xenomorfi che la Regina ha nascosto nella Olygarch dopo esseresi intrufolata a sua insaputa. Ed è cambiata. Adesso saprà tutto. Non farà troppo rumore, agirà solo il suo...come lo chiamava? Solo il suo amore”.
Tento con tutte le forze di liberarmi dalla stretta della sconosciuta che credevo fosse la mia donna, ma lei non mi lascia andare e mi bacia, impedendomi le urla. Mi accarezza la faccia con fare lussurioso e lecca in silenzio le lacrime, poi torna con le mani su di me, soffermandole sulla mia bocca e sul mio naso. Inspiro come per trovare una via di scampo, tremo violentemente, mi sento scuotere, quando lei continua a possedermi con la sola forza delle mani. Viscosi getti di umore disgustoso mi riempiono le vie respiratorie, mentre lei mi tiene fermo costringendomi a subire tutto ciò che vuole farmi soffrire.
“E' sempre stata un tipo particolare di androide- spiega ancora l'uomo in camice, mentre vedo con sempre più fatica il mondo circostante-li chiamano biomeccanoidi. Nè macchine né esseri umani, si tratta di ibridi. Costosi ma funzionali...e versatili. Se ne sta accorgendo, credo. Addio, caporale Desmond.”
Quando comincio a sentire il sangue schizzarmi dalla faccia completamente coperta, capisco che è giunta l'ora di lasciare questa esistenza. Cora non mi vuole, non mi vuole più. Non mi ha mai voluto, probabilmente. Sono conscio di questo, avrei dovuto dar retta ai miei incubi. Ma per fortuna sono salvo, ora. C'è solo il buio attorno a me.

Okay che jasper non c'è del tutto con la testa ma ho corretto un errore di logica del primo capitolo, sorry bros.
Nello specifico…
ho cambiato Clifford con Peterson per quanto riguarda i rispettivi destini, comunque brutti entrambi :D


Edited by Fulci Forever - 16/10/2017, 22:59
 
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view post Posted on 17/10/2017, 08:15

CAMPIONE DELLA SPECIE

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Intenso e crudele, davvero un finale col botto ^_^

Ciò che mi piace delle storie aliene sono le interazioni fra umani, come se lo xenomorfo fosse un personaggio nato per farci riflettere sulla nostra umanità. E hai sfruttato benissimo la situazione, scrivendo una storia assolutamente umana, nel bene e nel male.
Il rapporto con Cora è stupendo, quasi a dire che l'unica interazione umana che il protagonista è in grado di instaurare può avvenire paradossalmente con una ginoide, che umana non è. (O almeno così sappiamo fino al finale.) Se vogliamo è una visione cinica dell'umanità ma assolutamente condivisibile, oltre che perfettamente in linea con l'universo narrativo alieno.

Mi piace l'umanità livida che esce dal tuo racconto, perché è proprio uno degli aspetti che preferisco dello "xenouniverso": ancora complimenti per la tua fan fiction ;)
 
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view post Posted on 17/10/2017, 09:11
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DITA CONSUMATE

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Grazie Lucius. Fa molto Dark Horse, credo, la mia storia. :P

Carino trovarsi
una Regina che ti apre gentilmente l'ascensore vero? :P


Appena mi torna in mente qualcos'altro lo saprete.
 
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34 replies since 8/6/2017, 18:31   569 views
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