| Visto oggi in streaming (discreta qualità video/audio) dopo essermelo perso all'uscita nei cinema e dopo aver visto il sequel qualche giorno fa.
L'impressione è stata positiva, pienamente. L'originale, lo storico Il Pianeta delle scimmie, resta insuperabile, ma direi che siamo di fronte ad un dignitoso secondo posto. Non ricordo per niente il film di Tim Burton e mi fido poco delle recensioni negative, quindi il giudizio finale è rimandato, ma per ora tant'è. Avendo visto di recente il seguito in sala posso certamente confermare la superiore qualità di rise rispetto a dawn. Il film è ottimamente ritmato, un blockbuster efficacissimo e senza punti morti. La vera arma della produzione è il personaggio di Cesare (che, dopo aver visto questo, in Dawn sembra quasi un blasonato comprimario, mentre vale l'opposto per Koba), polo dell'intera vicenda nella cui psiche si consuma il vero dramma (altro che virus letali, umanità decimata, frizzi, lazzi e c**zi). Ma non è da sottovalutare l'apporto di James Franco, in una di quelle parti sottotono e sotto le righe ma difficilissime, che magari non si notano quando ci sono, ma che quando vengono a mancare (coffcoff-sequel-coffcoff) si rimpiangono eccome. Bellissima la prima parte di film, tesa e commovente, con Cesare che cresce davvero sotto gli occhi dello spettatore divenendo un personaggio a tutto tondo, ben scritto e mirabilmente espressivo (gran lavoro di motion capture). Il pathos tocca il culmine nella scena in cui il novello leader quadrumane si ribella apertamente ai suoi carcerieri (Tom Felton è insopportabile al punto giusto). Di lì in poi il film si fa più prevedibile, ma in ogni caso godibile grazie al dispiego di mezzi ed all'innegabile forza delle scene di battaglia. E fa capire perché Cesare meriti davvero il suo nome. Uno stratega, un capo. In poche parole più compiuto, più ispirato, meno prevedibile e più capace di colpire rispetto al sequel. Il voto è un 6,5/7.
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