Riguardo la foto che riporto qui sopra - ringrazio Lord Freezer per averla postata - vorrei proporre una riflessione di cui già ho parlato riguardo la
traduzione della novelization del film.
Dove accidenti ha trovato David la carta su cui disegnare?
Premesso che trovo la scena molto ridicola - un espediente di grana grossa che fa tanto "antro dell'alchimista" e che non mi aspettavo da un regista blasonato - la domanda sulla carta rimane: non è papiro (il clima rigido del pianeta non sembra adatto alla coltivazione della pianta, che ha bisogno di temperature elevate ed acque basse), non è pergamena (l’assenza di mammiferi ungulati rende impossibile trovare la pelle per la sua creazione), e non è carta come noi la conosciamo in Europa dal XII secolo: magari David è entrato nelle case degli Ingegneri a raccogliere gli stracci per pressarli, oppure ha seguito il metodo cinese strappando cortecce agli alberi ed impegnandoli in lunghe e laboriose lavorazioni, tutto per creare un
supporto totalmente inutile ad un androide.
Mentre nel film la telecamera incede spesso su questi ridicoli fogli volanti, Alan Dean Foster cerca di impiegare il minor numero di parole per descrivere questa scena imbarazzante:
CITAZIONE
There was enough light in the garden room to illuminate the alcove, albeit weakly. She was immediately drawn to one wall in which had been excavated rows of small cubbies, as if it had been chewed out by a clutch of stone-eating insects. Many of them were filled with carefully rolled scrolls. She was reminded of pictures she had seen of ancient Roman libraries.
But this wasn’t the world of the Roman Empire, and there were no scribes here, not of any species. Additionally, the scrolls were of a length and diameter that appeared too small to have been fashioned by the massive hands of Engineers.
La traduttrice italiana si prende delle licenze mediamente accettabili, ma qui la mano le sfugge. Le sfugge
parecchio.
CITAZIONE
La luce filtrò nella nicchia, svelando una parete crivellata di piccole cavità, come se fosse stata rosicchiata da uno sciame di grossi tarli. I fori contenevano pergamene arrotolate, simili a quelle delle biblioteche dell’antica Roma.
Ma il pianeta su cui si trovava Daniels non era lo stesso dell’Impero romano, e non ospitava scribi. Inoltre, tenendo conto della loro lunghezza e del diametro, i rotoli sembravano troppo piccoli per le mani degli Ingegneri.
Il primo appunto è che questa “biblioteca” ricorda a Daniels immagini che ha visto delle antiche biblioteche romane, mentre in italiano sembra che l’autore stia specificando che il tutto era come le biblioteche romane. Un’
impressione è stata cioè trasformata in
definizione.
Ma la cosa grave è che nel testo originale da nessuna parte è scritto
parchment (pergamena) mentre si parla di
scrolls (rotoli), che si vedono anche nella foto in alto: gli
scrolls quasi sempre si intendono come rotoli di papiro (ci sono eccezioni, è vero, ma questo è un romanzo e non un testo di storia del libro!), perché dunque in italiano è uscito fuori quel “pergamene”?
Probabilmente la traduttrice ha pensato che David nei suoi diabolici esperimenti usava conservare le pelli delle sue vittime, così da lavorarle con una tecnica antichissima e crearne dei rotoli per i suoi appunti. Così abbiamo un romanzo in cui gli uomini fra meno di cento anni avranno dimenticato cosa siano gli Stati e cosa sia il formaggio, ma David ricorda una tecnica in disuso dal Medioevo...
Torna però la domanda: perché un androide, una macchina dalla vasta memoria che ignora la dimenticanza, dovrebbe adottare una tecnica umana nata duemila anni prima come supporto di memoria esterno? Con tutta la memoria che David ha all'interno... che se ne fa di quella esterna?
E, se proprio deve fare questa cosa illogica, perché usare un supporto spaventosamente difficile da creare, anzi impossibile su quel pianeta? Non poteva scrivere sui muri come l'umanità ha fatto per decine di migliaia di anni?
Perché David è anche un fine esteta, nel disporre i suoi schizzi: quando vivi da solo da dieci anni su un pianeta abitato da mostri, è una necessità primaria!