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Navetta da sbarco UD4L Cheyenne

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view post Posted on 13/9/2006, 15:51
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Principe dell'alveare

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Da Alien.it

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Riepilogo Caratteristiche

Classe: navetta da assalto e sbarco - Lunghezza: 25.18 mt. - Altezza: 6.05 mt. - Apertura alare max.: 12.59 mt. - Peso a vuoto: 18.6 ton. - Peso a pieno carico: 34.6 ton. - Equipaggio: 2 (pilota e addetto alle armi) - Motori: 2 turbine TF900 e 2 reattori TF-220/A 14 - Armamento: 1 cannoncino Gatling da 25 mm. a canne rotanti (900 colpi); 32 150mm. Mk. 16 Banshee 70; 12 70mm. Mk. 10 Zeus; 8 120mm. Mk. 88 SGW; 7 missili aria-terra AGM-220 C Hellhounds; 3 missili aria-aria AGM-204A TSAM; 3 missili aria-aria AIM 90-E Headlock

DESCRIZIONE

Impieghi

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La UD-4L Cheyenne è una navetta in dotazione al corpo dei Marines Coloniali come navicella mista da assalto, ricognizione e trasporto truppe. La sua capacità di carico è di 16 tonnellate. E' in grado di effettuare atterraggi e decolli verticali grazie a dei motori aggiuntivi di tipo VTOL, aumentando la sua flessibilità di impiego. Il suo pesante armamento, che comprende un cannoncino Gattling frontale e numerosi tipi di proiettili, missili e bombe, la rendono anche un ottimo supporto agli attacchi a terra. Viene pilotata da due persone nella che siedono nella cabina posta frontalmente, disposti come nelle cabine di pilotaggio degli elicotteri da combattimento (il pilota davanti e l'addetto agli armamenti ed alla navigazione dietro).
Il suo vano di carico ventrale è progettato per contenere un veicolo M577 APC (Armoured Personnel Carrier) che trasporta una squadra completa di Marines Coloniali ed il modulo di comando per il Comandante della spedizione. Una volta a terra, l'UD-4L può aprire il vano di carico e l'APC può immediatamente scendere in assetto operativo.
Le UD-4L possiedono un sistema di telecontrollo che permette ad un operatore, tramite una centralina portatile, di pilotarla a distanza.
Le UD-4L possono essere sganciate da navi stellari in orbita planetaria per poi raggiungere il teatro delle operazioni.

Struttura

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I controlli e le montature dei motori VTOL sono davanti all'aera di carico ventrale. A poppa, nell'area della coda a V rovesciata, sono sistemati i controlli aerodinamici di volo ed i motori di spinta orizzontale. Nell'area di carico, l'APC (con la torretta superiore abbassata) può sostare direttamente sul portellone di carico ventrale, che si abbassa orizzontalmente sino a livello del terreno per permettergli una rapida fuoriuscita. A fianco del portellone di carico si trova una rampa estraibile per permettere l'accesso di personale a piedi. Alle spalle della cabina di pilotaggio, sempre nell'area di carico, ci sono tre sedili per altrettanti passeggeri o equipaggio aggiuntivo. Ha un triplo carrello di atterraggio retrattile.
La navetta è pesantemente corazzata, e può avere due assetti di volo: completamente chiusa, oppure con le ali porta-missili aperte.

Edited by yauntja - 25/10/2006, 00:51
 
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view post Posted on 8/3/2007, 13:31
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Principe dell'alveare

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view post Posted on 4/8/2008, 10:16
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Principe dell'alveare

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Nel manualetto tattico di ALIENS in Italiano che ho acquistato recentemente spiega che la velocità del Dropship può raggiungere i 600 km/h
 
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Celtic Predator
view post Posted on 4/8/2008, 11:52




forse 600 sono un po esagerati, in linea teorica un veicolo del genere non credo possa andare oltre i 400, pero posso anche sbagliarmi XD
 
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Caporale USCM
view post Posted on 7/8/2008, 22:31




Secondo me potrebbe anche raggiungere quella velocità :hmmsm6.gif: perchè bisogna ricordarci che la saga è ambientata in un futuro lontano e se non sbaglio già alle astronavi di alien viene applicata la velocità della luce.

Edited by Caporale USCM - 8/8/2008, 10:06
 
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view post Posted on 8/8/2008, 00:13
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DITA CONSUMATE

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A me non stupisce più di tanto questa velocità...un attuale boeing 737 può raggiungere i 950 Km/h ed è un aereo civile.
 
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Caporale USCM
view post Posted on 8/8/2008, 09:10




Già poi come ho scritto le grandi astronavi viaggiavano già alla velocità della luce, quindi una navetta come la Cheyennne poteva raggiungere senza problemi quella velocità.
 
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DarkRunner
view post Posted on 8/8/2008, 12:24




Infatti,io mi sono stupito,600 non è proprio assai. In ogni caso è molto interessante e mi ha sempre affascinato questa navicella....:)

SPOILER (click to view)
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view post Posted on 20/11/2008, 09:56
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Principe dell'alveare

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Raffo1983
view post Posted on 23/11/2008, 13:08




CITAZIONE (Predalien @ 4/8/2008, 10:16)
Nel manualetto tattico di ALIENS in Italiano che ho acquistato recentemente spiega che la velocità del Dropship può raggiungere i 600 km/h

secondo me la velocita puo riferirsi solamente al volo con ali chiuse (rientro in atmosfera in caduta libera) o in assenza di atmosfera in quanto, con le 4 batterie di missili alle estremita le ali presentano una sezione troppo ampia per poter sopportare la resistenza dell'aria a quella velocita, ancor piu perchè poste proprio all'estremita porterebbero alla rottura della ali qualsiasi sia il materiale di cui esse sono composte o della tecnologia utilizzata nel costruirle.
inoltre la resistenza dell'aria porterebbe anche alla riduzione della velocita massima raggiungibile proprio a causa della resistenza provocata dalle ali aperte.

CITAZIONE (Caporale USCM @ 8/8/2008, 09:10)
Già poi come ho scritto le grandi astronavi viaggiavano già alla velocità della luce, quindi una navetta come la Cheyennne poteva raggiungere senza problemi quella velocità.

esiste una grossa differenza tra muoversi nello spazio e nell'atmosfera, la dropship come suggerisce il nome serve ad atterrare e spostarsi sui pianeti non per lunghi viaggi nello spazio.
l'aria e cio che impedisce alle nostre macchine di aumentare la velocita in modo illimitato se pensi che per raggiungere i 200km/h servono appena 120cv mentre per raggiungere il doppio di velocita serve una potenza 10 volte superiore (piu di 1000cv) e una aerodinamica molto piu avanzata ti rendi conto di quanta potenza servirebbe nell'atmosfera per raggiungere la velocita della luce.

Edited by Raffo1983 - 23/11/2008, 20:43
 
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io sto con gli ippopotami
view post Posted on 1/8/2011, 12:25




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io sto con gli ippopotami
view post Posted on 13/12/2011, 14:58




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view post Posted on 18/10/2013, 15:36
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GUERRIERO LETALE

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Sono il sergente istruttore Fuoco Oscuro reclute! Se siete qui e' per dare un senso alla vostra miserabile vita mettendo i vostri culi flaccidi al servizio del corpo dei Marines coloniali.
Dopo questo campo di addestramento faro' in modo di farvi diventare degli eccellenti piloti
da attacco, leggete bene e con attenzione il manuale di istruzioni che vi sto dando perché quello che c'e' scritto potrebbe salvarvi la vita!
Cosa recluta? Xenomorfi? ma dove l'hai sentita questa baggianata? fammi subito venti flessioni!!!

Ok, scusate l'OT iniziale ma non ho resistito :2coo4k3.gif:
non ero scomparso dal forum, stavo solo preparando una traduzione bella lunga su un modello che adoro, la UD-4L Cheyenne del film di Aliens.
E' un articolo pieno di dettagli tecnici (anche un po' noiosi), spero apprezziate le ore che ci ho messo a prepararlo.

Buona lettura.

acme-avp-cheyenne-dropship
p3di
uiy

“C’e’ una voce di corridoio che gira riguardo ad una specie di alieno che nessuno ha mai incontrato prima. Grandi e grossi alieni predatori che ti afferrano, ti imbozzolano e ti depongono le loro uova dentro.
Ho sentito che provengono da un posto oltre la frontiera, una merda di uccello di colonia quasi non registrata nella rete.
Hanno preso quasi duecento coloni e si sono riprodotti a centinaia prima che il Comando Spaziale abbia mandato i Marines.
Ho sentito che hanno mandato un plotone in avanscoperta sull’ LZ, sono stati presi a calci nel culo da una specie di grosso scarafaggio Regina che li ha intrappolati nel loro alveare e ha tentato di usarli per riprodurre altri scarafaggi.
Hanno detto che solo pochi si sono salvati, e che uno dei marines uccisi ha dovuto far fuori l’alveare radendolo al suolo con un’esplosione nucleare. Roba forte amico… Semper Fidelis”


-PFC Jim Meehan, USCM

ALA AEROSPAZIALE DEI MARINES COLONIALI
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La Forza aerospaziale dei marines coloniali essenzialmente ha un duplice ruolo: Combattere come una forza integrata in un team aerospaziale/terrestre,
fornire un supporto avanzato. I compiti dell’Ala comprendono missioni di superiorita’ aerea, ricognizione, supporto aereo, bersagli mirati, rifornimento
avanzato, trasporto, rimozione feriti/morti dal campo di battaglia, e infine ricerca e salvataggio. L’Ala aerospaziale dei Marines coloniali e’ una formazione
amministrativa responsabile per l’operativita’ di tutti i mezzi aerospaziali dentro la Forza spaziale dei marines alla quale e’ attaccata.
In pratica, e’ un elemento integrato della Divisione comando dei marines coloniali.

Le forze operative dell’Ala sono divise in tre gruppi Aerospaziali:

· Gruppo da sbarco planetario: e’ formato esclusivamente da Dropships dedicate all’utilizzo con i gruppi di terra dei Marines. Il loro ruolo e’ di supporto
dedicato, e sono riforniti e riarmati direttamente dalle unita’ alle quali sono aggregate. Ci sono circa 200 Dropship in ogni gruppo da sbarco dell’Ala.

· Gruppo tattico: e’ formato da squadroni il cui compiti variano dalla ricognizione alle missioni di anti-aerea e attacco. Una comune Ala ha dai
6 agli 8 squadroni assegnati al gruppo tattico. I mezzi principalmente utilizzati sono le navi d’attacco AD-19c/D Bearcat e AD-17A Cougar, e le cannoniere
UD-4 Cheyenne e l’UD-22 Navaho.

· Gruppo di supporto: e’ formato da trasporti e veicoli specializzati equipaggiati per evacuazioni, ricerca e salvataggio, operazioni di spionaggio, inserimento in
Territorio nemico di forze speciali ecc. I cavalli da tiro del gruppo di supporto sono l’ UD-4 Cheyenne a lo shuttle di carico pesante CS-14 Briareos.


UD-4L “CHEYENNE” NAVE DA SBARCO


“I ragazzi hanno centinaia di nomi differenti per loro. Nel nostro plotone le soprannominiamo “Alpha-Bravo”, un’abbreviazione per spacca-culi, perche’ ti senti come
Se ti abbiano spaccato il culo ogni volta che ci fai uno sbarco dentro, se capite di cosa vi sto parlando.
Ma se fossi inchiodato in una zona d’atterraggio sotto il fuoco nemico, la vista di una di queste mamme che ronza all’orizzonte per friggere i cattivi con i razzi sarebbe la cosa piu’
Bella del mondo da vedere.”


- Marine sconosciuto


L’ UD-4 Cheyenne e’ una nave da sbarco versatile e un trasporto tattico utilizzato in un ruolo primario dal corpo dei Marines Coloniali.
Derivata dall’originale richiesta fatta dal Dipartimento della difesa che richiese alla fine del conflitto “Tientsin” un veicolo multi ruolo che fungesse anche da
Shuttle aerospaziale leggero capace di trasportare carichi pesanti fino a 16 tonnellate, l’UD-4 si e’ sviluppata in questa forma definitiva di navetta da sbarco,
a sua volta influenzando la forma di svariati derivati e successori.

La flessibilita’ unica della Cheyenne deriva dalla sua abilita’ di arrivare in orbita sotto la spinta dei propri propulsori da una pista di decollo improvvisata.
In aggiunta a trasportare le sue 16 tonnellate di carico, la Cheyenne puo’ operare come supporto aereo ravvicinato disponendo di armi e supporti arma per razzi e missili, possedendo inoltre il proprio cannoncino sul muso.

5h2

STRUTTURA

La struttura della UD-4 e’ costruita attorno alla sua baia di carico di 103,60 metri cubi, affiancata ai lati dai tre pattini di atterraggio. Davanti alla baia di carico c’e’ la cabina di pilotaggio e l’attacco dei motori di sollevamento. Alla fine della baia di carico c’e’ la coda che monta i motori “ramrocket” e le avioniche.

Principalmente il telaio e’ costruito da una matrice metallica formata per fusione e dispersione di composti superplastici (MMC). Questi MMC sono leggeri, resistenti all’ossidazione e formati da fibre rinforzate ad alto modulo contenenti ossido di zirconio addizionato di cromo e Oro, incluse in una matrice di Titanio/Alluminio. Formano una rete strutturale che percorre tutta la lunghezza della fusoliera.
I longheroni attaccati al telaio principale sono costruiti da MMC e composti refrattari con attacchi strutturali in titanio per trasferire le sollecitazioni al telaio. L’esterno e l’interno della fusoliera e’ composto da piastre a tre strati attaccate al telaio, formate da un composto a base di fibre di grafite in una matrice di carbonio legate ad uno strato di carbonio cristallizzato a singolo modulo. Lo strato di carbonio cristallizzato non si fonde durante le operazioni di rientro in atmosfera, dissipando inoltre il calore. Un sottile strato di ceramica riveste la superficie esterna fornendo una protezione termica e anti-ossidazione nelle operazioni ad alta quota ed alta velocita’.


“Le cheyenne sono navette dannatamente brutte; grandi e brutte madri con pinne e antenne che spuntano da tutte le parti. Ma i ragazzi dei team di sbarco le amano come se fossero dei trasporti muovi soldati del Sierra Hotel. Se dovessi sorvolare una zona di atterraggio vedresti dozzine di queste cose, che ronzano come dei grossi maggiolini che atterrano e decollano. Ogni volta che ne vedo una ho un bisogno irresistibile
Di spruzzarle con l’insetticida!”


- Lt. Zade Rosenthal, VCMA-117

La baia di carico e’ di 9,5 x 4,5 x 2,4 Metri (102,6 M3) con una rampa di carico di 3,92 Metri mossa da due pistoni idraulici. La rampa di carico puo’ tranquillamente sopportare il peso di un blindato M577 a pieno carico, o dei pallet HALOS, ed e’ capace di sollevare il carico da terra fino alla baia di carico. Dentro la baia, supporti di detenzione sono automaticamente attivati quando la rampa si chiude. Uno spazio di 20 cm su ogni lato separa il cargo dalla paratia interna, dove sono contenuti i cavi e i collettori di scarico.

Alla fine della baia di carico c’e’ una scaletta per il personale che puo’ essere ritratta. Dentro la baia e’ anche presente un piccolo spazio che ha tre sedili per i passeggeri e un eventuale equipaggio addizionale.

Ad entrambe i lati dello spazio di carico, il telaio strutturale si estende all’infuori formando dei punti di carico statici per taniche di combustibile e casse di armi e munizioni. Nella baia di carico c’e’ anche una grossa cassa per altre taniche di combustibile per i motori a razzo.
I carrelli di atterraggio della UD-4 Cheyenne sono composti da tre pattini retrattili.
I motori a razzo sono montati sopra la fusoliera principale, con le prese d’aria che raccolgono il flusso di aria creato dalla forma della fusoliera.
La parte frontale della fusoliera contiene il sistema di controllo di fuoco, le contromisure elettroniche e le taniche di ossidante per far funzionare i motori a razzo durante le operazioni in assenza di ossigeno.
Subito a fianco degli scarichi dei motori principali ci sono un paio di aerofreni a scomparsa che possono essere aperti durante le operazioni di ingresso in orbita e per stabilizzare il volo a velocita’ ipersonica. Le semi-ali a farfalla possono sono progettate per fornire contollo di stabilita’ a tutte le velocita’.
Inoltre forniscono spinta ascensionale a basse velocita’ quando in fase di decollo il baricentro della navetta viene spostato in avanti.

I motori a turbina sono montati sopra il telaio frontale, ad entrambi i lati dell’abitacolo. Rampe multi piastra a pressione variabile forniscono aria ai motori a turbina.

L’abitacolo e’ spazioso e pressurizzato, ci si puo’ accedere dalla baia di carico, e’ strutturato in modo da avere due sedili “in tandem”.
Entrambe i piloti sono seduti su un sedile eiettabile Martin-Siekert R2102 zero-zero che puo’ essere utilizzato a tutte le altitudini sotto i 10.000 Metri e a tutte le velocita’ sotto i Mach1. In caso di emergenza, dei bulloni esplosivi fanno saltare il tettuccio per consentire l’eiezione dei piloti.
Il parabrezza della cabina di pilotaggio e’ fatto in quarzo monocristallo, ricoperto di uno strato di particelle di oro, germanio, molibdeno e iridio per fornire protezione contro luce accecante e laser a bassa intensita’. La coperura inoltre e’ radar assorbente, prevenendo che i radar nemici notino la forma distintiva dell’abitacolo.

La fusoliera principale ha dei punti di aggancio per i supporti armi principali e secondari. I supporti armi principali sono attaccati a delle ali d’attacco ripiegate a X posizionate subito dopo le prese d’aria dei motori a razzo. Le ali d’attacco a velocita’ supersoniche vengono ripiegate diventando parte integrante della fusoliera.
A velocita’ subsoniche i piloni da 4,4 Metri possono essere dispiegati in modo da poter utilizzare i razzi posizionati dentro di essi. L’ampiezza totale delle ali d’attacco dispiegate e’ di 15,3 Metri. Le ali d’attacco non possono essere aperte a velocita’ superiore a quella del suono a causa dell’instabilita’ causata a velocita’ elevate.
Le armi secondarie sono posizionate su delle baie retrattili posizionate sui lati della fusoliera, che possono essere dispiegate per poter utilizzare i missili in esse contenute.
Le baie delle armi secondarie possono essere dispiegate a velocita’ supersoniche fino ad un massimo di 2,4 Mach senza che questo destabilizzi il volo della Cheyenne.

Nella lista di priorita’ date alla Cheyenne in fase di costruzione tra i primi posti troviamo la resistenza. Il telaio e’ resistente allo schianto a basse altezze e velocita’. Un “sandwich” di armatura balistica a base di Venlar protegge la cabina di pilotaggio, serbatoi di carburante e cablaggi dei motori a razzo dal fuoco di armi leggere o shrapnel Causati da missili nemici, inoltre lo strato esterno della fusoliera in ceramica ha limitate abilita’ ablative contro i laser ad impulsi.
Tutti i sistemi elettronici sono protetti contro gli effetti delle armi TREE e raggi a particelle. La Cheyenne anche se non e’ stata appositamente costruita per incursioni attraverso la contraerea di terra e spaziale, ha provato sul campo di essere estremamente robusta e capace di subire considerevoli danni restando comunque in aria.

Nonostante tutto deve essere notato che anche i danni leggeri possono impedire alla navetta di entrare in orbita. Una breccia nella fusoliera compromette seriamente la resistenza
Termica ad alte velocita’, e anche un piccolo buco puo’ causare ossidazione o incendi a velocia’ superiori ai 5 Mach.
Per prevenire questi casi una rete di sensori e’ posizionata dentro la fusoliera esterna per monitorare la presenza di fori, temperature differenti e ionizzazione. Se viene rilevata una breccia una luce di emergenza avvisa i piloti immediatamente.


“Volete sapere perche’ la Cheyenne e’ cosi’ ben riuscita? Perche’ la percentuale di fallimento e’ cosi’ bassa. Matematicamente non dovrebbe essere cosi’!
Ognuna e’ costruita da cinque milioni di parti ed e’ cosi’ complessa da mantenere che noi saremmo senza possibilita’ di ripararla senza le diagnostiche del computer.
In ogni caso nonostante tutto l’utilizzo e l’abuso che queste navette sopportano, la nostra Ala non e’ MAI scesa sotto il 95% di efficienza operativa.”


- Capitano Scott Henry, 2nd Colonial Marine Aerospace Wing.

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POWERPLANT

In ordine di poter operare a tutti regimi e altitudini dalla capacita’ VTOL ai voli ipersonici trans atmosferici, la UD-4 ha bisogno di due tipi di spinta.
La coppia di motori principali e’ formata da due turbine a ciclo variabile Republic Dynamics TF-900, ognuna fornisce 30 kN di spinta statica.
La ridondanza offerta dalla configurazione con due motori incrementa il fattore sicurezza, permettendo all’ UD-4 di continuare a volare anche con un motore e a mezzo carico. Ogni motore ha delle ventole a tre stadi e un compressore a sette stadi spinto da una turbina a singolo stadio, questo fornisce una spinta eccezionalmente alta per consumo relativo di carburante.
A velocita’ subsoniche funzionano come turbo ventole, fornendo una spinta massiccia necessaria al volo VTOL. In questa modalita’ le ventole spingono l’aria attraverso una serie di condotti laterali e ventrali posizionati sulla fusoliera, forniti di ugelli direzionabili. A velocita’ supersoniche l’aria viene spinta attraverso le turbine principali trasformando cosi’ i motori in turbojet.

IL volo ad alte altitudini e velocita’ e’ ottenuto grazie ai motori a razzo TF-220/A-14.
Il TF-220 e’ un motore a ciclo combinato capace di funzione ramrocket e scramrocket rispettivamente per i regimi supersonici ed ipersonici e per operazioni di volo spaziale.
Nel volo atmosferico il flusso d’aria e’ condotto dalle prese d’aria attraverso il cono d’ingresso e tre file di iniettori di carburante. Il cono di ingresso,
Grazie alla sua forma, riduce la turbolenza dell’aria, mentre gli iniettori modificano l’erogazione in base alla velocita’ desiderata.
Il carburante e’ spinto a pressione negli iniettori e immesso nella camera di combustione, sia per raffreddarlo sia per pre-condizionarlo. Il calore della camera di combustione vaporizza il carburante per una fila o piu’ di iniettori.
L’intensita’ del flusso d’aria che attraversa la presa d’aria determina la pressione nella camera di combustione che a sua volta determina la velocita’ di vaporizzazione del carburante
E di conseguenza la spinta creata.
Piu’ il motore a razzo aumenta di velocita’ piu’ diventa proporzionalmente efficiente.
A basse velocita’ – sotto 1,5 Mach – il motore a razzo e’ estremamente inefficiente, ma diventa progressivamente piu’ utile quando la velocita’ si avvicina ai 2 Mach. A 2 Mach il motore a razzo e’ capace di spingere la navetta solo con la sua potenza, e qui di solito e’ il momento in cui i motori principali a turbina vengono spenti e viene inserita la modalita’ Ramrocket.
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L’accelerazione in modalita’ Ramrocket e’ veloce, con un picco tra i Mach 8 e i Mach 12, a quel punto il motore passa alla modalita’ Scramjet con il flusso supersonico creato attraverso il tubo di scarico del motore a razzo.


“A velocita’ molto elevate, parlo di Mach 5 o piu’, stai viaggiando cosi’ veloce che la tua onda d’urto spezza le molecole dell’aria nei loro elementi costituenti. Visto che questo succede dentro l’onda d’urto, la fusoliera della nave causa una ricombinazione catalitica, creando
Calore – Un sacco di calore. Quando sei cosi’ caldo puoi dire addio al tuo impianto di comunicazione e alla maggior parte dei sensori; Il calore del plasma ti rende cieco e sordo. Se qualcuno ti sparasse contro un missile non te ne renderesti conto, e anche se te ne rendessi
Conto non puoi manovrare a quelle velocita’. Le tue opzioni sono ridotte a due:
Decelerare, o continuare a risalire fino alla sicurezza dell’orbita. Io odio le risalite…
Finche’ non vedo il cielo diventare nero mi sento sempre vulnerabile…”


-Cpl. Teri Spindler, 2nd MAU


Oltre i 25Km di altitudine, il Ramrocket spinge il cono di afflusso in posizione avanzata, chiudendo completamente l’accesso dell’aria dalle prese d’aria, mentre gli iniettori cominciano a introdurre ossidante nella camera di combustione per la propulsione a razzo.
In questa modalita’ la Cheyenne e’ capace di volare in alta orbita. Nelle operazioni di assalto o di trasporto la Cheyenne solitamente ha abbastanza carburante per un dispiegamento andata e ritorno dall’orbita. La discesa puo’ essere fatta sia con motori accesi che spenti,
a seconda del tipo di missione in atto, anche se solitamente una leggera spinta dei motori a razzo e’ necessaria per cominciare la discesa.


CARATTERISTICHE DI VOLO

Le caratteristiche di volo dell’ UD-4 mostrano che la Cheyenne e’ una piattaforma stabile a qualsiasi altitudine, ed e’ molto popolare tra i suoi piloti.
A velocita’ elevate (+ di 2 Mach) la Cheyenne si manovra facilmente, anche se la risposta dei comandi e’ rallentata dai software di volo.
Virate e svolte sono difficili a quelle velocita’ a causa dei pericoli associati con la riduzione del flusso d’aria attraverso i motori a razzo, o alla perdita di stabilita’, quindi solo le manovre piu’ morbide sono consentite dai software di volo.

A basse altitudini velocita’ superiori ai 2 Mach sono proibite a causa dell’alta turbolenza sullo scafo e alla possibilita’ di incendio nei motori a razzo. I voli ad alta velocita’ sono quindi quasi esclusivamente riservati alle discese/risalite in orbita.


“La verita’ e’ che la Cheyenne e’ un razzo, non un caccia. Se la spremi ad alta velocita’ lei volera’ come un pipistrello, sia verso l’alto che verso il
Basso. Non e’ buona per molto altro.”

-Pilota Colonial Marine sconosciuto.


A velocita’ subsoniche la poca aerodinamicita’ del mezzo crea poca portanza e il pilota si appoggia principalmente al software di volo ed agli augelli VTOL per mantenere la Cheyenne stabile in volo.
La velocita’ di stallo e’ molto alta, quando la Cheyenne si avvicina alla velocita’ di stallo tende a volare con il muso all’insu’. Nella transizione tra velocita’ di stallo e velocita’ di crociera la spinta verticale dagli augelli anteriori e laterali e’ ridotta per prevenire lo stallo.
Anche se lo stress strutturale e’ garantito fino a 6G, non sono ammessi piu’ di 3G nelle manovre di volo convenzionali a causa dell’alta probabilita’ di raggiungere velocita’ di stallo.
A pieno carico le virate che causano piu’ di 1G sono proibite.
A velocita’ molto basse ed ad altitudini sotto i 500 Metri, il volo VTOL e’ consigliato, dove la Cheyenne eccelle.
Nel volo VTOL e’ molto agile, e reagisce prontamente ai comandi, creando una piattaforma di fuoco molto stabile.


“Fatto: La Cheyenne si manovra come una mucca. Se e’ a pieno carico la mucca e’ anche ubriaca.
Ascoltate poppanti, perche’ sto per dirvi delle grandi verita’. Non, ripeto, NON ingaggiate mai un combattimento aereo quando state pilotando una di queste bambine, perche’ BRUCERETE! Non siete Cool Jo o Panda dal programma “niente palle niente gloria!”, nella vita reale,
a differenza del programma televisivo che guardavate da piccoli, inserire gli aerofreni e rallentare NON FARA’ MAI in modo che l’avversario che avete alle spalle vi sorpassi e si metta nel vostro mirino! Se vi capitasse di incontrare dei caccia nemici ci sono solamente due scelte sensate da fare: Scappare, che e’ bene, o nascondervi, che e’ quasi altrettanto buona come soluzione. Chiunque cerchi di ingaggiare il nemico e’ un idiota testa d’uovo che brucera’ nell’inferno dei Marines per aver sprecato una Cheyenne perfettamente funzionante… Avete domande?”

-Maggiore Kathleen Conway, USASF Aerospace School, Gateway station



CARATTERISTICHE STEALTH



Nei limiti del possibile, la fusoliera ha delle caratteristiche integrate che ne diminuiscono la tracciatura radar, come superfici tondeggianti, scarichi schermati a coda a farfalla. Molti prodotti utilizzati per la fusoliera sono radar assorbenti e il primo quarto della sua lunghezza rilevabile dai radar ha una tracciatura di solamente 1,3 M2. Se inquadrata dal fronte con le prese d’aria pienamente in vista, la tracciatura sale a 2,5 M2.
Nonostante tutta l’attenzione posta a ridurre la visibilita’ ai radar, la tracciatura laterale raggiunge i 50M2.

In Infrarosso la Cheyenne e’ abbastanza facile da scoprire. Il calore della fusoliera e’ praticamente impossibile da nascondere sotto i 10 Km , e se la Cheyenne e’ appena entrata o uscita dall’orbita il raggio di rilevamento sale a 30Km o piu’ in caso di celi limpidi. Sono stati installati sistemi di raffreddamento ad aria sugli scarichi laterali per ridurre la tracciatura infrarossa dei motori.

La fusoliera esterna e’ ricoperta da uno strato di materiale laser assorbente che fornisce qualche difesa contro i sistemi di puntamento e i Lidar riducendo Il riflesso del laser.
Anche contro telemetri di puntamento questa difesa puo’ causare errori nella distanza stimata. In ogni caso, visto che lo strato protettivo tende a funzionare solamente contro certe frequenze laser, fornisce solamente protezione contro un numero limitato di sistemi nemici.


SISTEMI DI AVIONICA



“Questa cabina di pilotaggio ha un milione di campanelli e di allarmi. Quando stai bighellonando nello spazio aereo amico tutto e’ silenzioso e pacifico, e quasi quasi credi ai brochure informativi che ti dicevano che tutti i sistemi sono stati installati per ridurre il lavoro del pilota.
Ma quando entri in combattimento… ragazzo mio! Tutti i campanelli e gli allarmi partono insieme e tu pensi “Mio Dio, che cazzo succede?” In quei momenti vorresti tirare la leva di espulsione”

-Capt. William Betts, Senior Pilot, DMLA-210




La Cheyenne ha un equipaggio di due persone, un Pilota e un Artigliere.
Il sistema di volo e’ un quadruplex digitale a fibra ottica con un modulo di back-up automatico, il tutto e’ controllato da un computer di volo Herriman-Wnston 5/480.

Non c’e’ modo di disinserire il sistema di volo automatico visto che la Cheyenne e’ troppo instabile aerodinamicamente per essere pilotata direttamente con i comandi del pilota.
La spinta del motore e l’apertura degli scarichi sono regolati direttamente nella posizione ottimale in base alla velocita’, altitudine, apertura della manetta e settaggio della cloche. Una funzione “pilota automatico intelligente” consente il volo in tutte le fasi della missione incluso l’ingresso e l’uscita atmosferica e l’atterraggio/attracco in orbita.

La strumentazione e il layout di controlli e’ convenzionale, con un posizionamento destrorso della cloche e una manetta posizionata sulla sinistra. Ci sono circa venti tasti di controllo posizionati tra la cloche e la manetta che danno accesso a sensori, armi, sistemi di difesa ecc.

I sistemi di avionica sono progettati per facilitare al massimo l’efficienza della cabina di pilotaggio, il software semi-intelligente registra tutte le informazioni di volo come la visuale del pilota, HUD e tre display integrati multifunzione Lorac (MFDs).
Questi display forniscono dati dei sensori, mappe, status degli armamenti, checklist ecc.
Il lavoro del pilota e’ ridotto grazie ai comandi ad attivazione vocale.

La navigazione combina un sistema inerziale con un giroscopio laser e un accelerometro, supportato da un GPS.

Le comunicazioni sono gestite da un Datalink digitale AN/ASC-155 che offre opzioni di trasmissione/ricezione HF, VHF, UHF e SHF.
L’hardware comprende due ricevitori/trasmettitori digitali a dodici canali con antenne integrate capaci di stabilire contatti video/audio o digitali ad alta qualita’ in situazioni ambientali sfavorevoli.
Le proprieta’ antidisturbo sono classificate, anche se si sa includano tecniche di adattamento HF per ottenere basse possibilita’ di intercettazione cambiando spesso la frequenza utilizzata.


SENSORI



La variante “L” e’ dotata di un sistema di sensori radicalmente migliorato rispetto alla versione base. La richiesta di un sistema migliorato a bordo e’ cresciuta al passo con l’utilizzo della Cheyenne come una piattaforma multifunzione. Al giorno d’oggi l’ UD-4 e’ fornita di un
Sistema di sensori a regola d’arte a pari grado con quelli di ogni nave d’attacco o caccia oggi in servizio.

Le informazioni grezze da tutte le fonti sono raccolte e gestite dal sistema integrato tattico di volo (IFTDS), che gestisce i dati di volo e tutte le informazioni tattiche attraverso due sub processori, entrambi integrati nei sistemi offensivi/difensivi.
Il primo e’ il sistema di rilevamento minaccia/fuoco (ATLIS) che e’ progettato per rilevare ed identificare le minacce e agire direttamente di conseguenza attivando le contromisure. Il secondo e’ il sistema di acquisizione/identificazione bersaglio (TIAS), che gestisce i dati dei bersagli in combattimento e fornisce un interfaccia tra l’equipaggio e il sistema di controllo di fuoco.

ATLIS e’ un driver di controllo molto potente che valuta le minacce da aerei / postazioni antiaeree / e postazioni missilistiche terra aria (SAM), che fa una rapida istantanea dell’ambiente circostante alla Cheyenne.
Questi dati sono poi forniti ai display di bordo sotto forma di display tattici, spie di pericolo e menu di controllo con opzioni difensive per usufruire delle varie opzioni di difesa.

I piloti possono selezionare opzioni dai menu, o in rari casi, crearsi un menu custom. L’ATLIS poi controlla l’attivazione e il dispiegamento del sistema di difesa AN/ALQ-2004E. Se i tempi di reazione sono troppo stretti per permettere ai piloti di intervenire il sistema ha la possibilita’ di far partire autonomamente i programmi difensivi contro le minacce rilevate.

Il sottosistema TIAS e’ un’interfaccia tattica tra l’equipaggio e i sistemi d’arma. Trae le informazioni dai sensori principali dell’ ATLIS, creando un’istantanea della zona tattica attorno alla Cheyenne, identificando e dando priorita’ ai bersagli e alle minacce, ottimizzando i sistemi di volo, linee di tiro e opzioni arma.
Inoltre serve da interfaccia con il sistema di controllo di tiro, aggiornandolo costantemente con le informazioni sul bersaglio. Come con l’ATLIS, queste informazioni sono fornite sui display tattici e menu di opzioni.

I sensori primari tattici comprendono un packaging multi elemento, con un radar a scansione attiva AOQ-1178 inserito nella fusoliera.
Le onde radio sono gestite su due frequenze contemporaneamente dall’antenna del radar e la frequenze sono variabili elettronicamente.
Le frequenze sono all’incirca di 8000 Mhz per la navigazione a lungo raggio, e 15000 Mhz per l’acquisizione bersaglio a medio raggio e la mappatura del territorio. Le opzioni includono un’impulso capace di rilevare i bersagli a terra, doppler contro i bersagli aerei, e mono-impulso.
L’antenna puo’ creare tramite un’apertura apposita sulla fusoliera, una mappatura ad alta risoluzione del terreno.
Il radar e’ in grado di gestire simultaneamente 150 bersagli, e contro le minacce aeree puo’ tenere sotto contollo un bersaglio piccolo fino a 2 M2 a distanze fino ai 250 K. A corto raggio l’identificazione del bersaglio e le funzioni del sistema di tiro sono gestite da un radar ad onde radio millimetrico orientabile APQ-1800 inserito nel muso della navetta per dare una copertura frontale emisferica.

I sensori termici a corto raggio e i sensori ottici sono montati a gruppi nelle otto baie stivate all’interno della navetta lungo l’asse laterale. Ogni gruppo comprende un sensore
Ultravioletto al platino-silicio con risoluzione 640x480, una mini telecamera a circuito chiuso, e un sensore ultravioletto. Compensatori lineari collegati ad un sistema di auto aggancio permettono al gruppo di sensori di mantenere una vista stabile indifferentemente alle manovre effettuate dalla navetta.
Se l’immagine e’ persa da un gruppo di sensori il sistema attiva automaticamente il sensore successivo.

Due supporti laser, uno per lato, montano dei sistemi lidar AAS-162 con lunghezza d’onda da 1 KW a 10 KW. Le ottiche dei laser sono montate su delle torrette con canali di focalizzazione; questo permette di avere raggi direzionabili, con banda/polarizzazione/lunghezza d’onda modificabili.
La copertura del Lidar e’ sferica, con capacita’ di acquisire due bersagli contemporaneamente, o piu’ bersagli in modo altrernato. Il Lidar e’ capace di fornire la posizione precisa di ogni oggetto entro la linea di vista. Con cielo limpido la distanza massima di rilevazione del Lidar e’ di 10 Km, anche se frequentemente e’ molto inferiore dipendendo sulle condizioni atmosferiche. In aggiunta alle informazioni di distanza e posizionamento, l’ AAS-162 ha un ruolo secondario come sistema di difesa.

Il sistema di rilevamento emissioni (EDS) e’ utilizzato per rilevare emissioni elettromagnetiche nella lunghezza d’onda tra 1 GHz e 1000 THz, rilevando minacce dai radar a lungo raggio e dagli impulsi a raggi X, una serie di antenne e ricevitori sono posizionati in tutto il telaio fornendo una copertura omnidirezionale.
Le emissioni rilevate sono inviate al processore dell’ EDS che identifica la direzione, la forza, la lunghezza d’onda e la polarizzazione di ogni segnale rilevato.
L’EDS ha un archivio molto vasto di minacce a cui attingere che utilizza per categorizzare e riconoscere le emissioni. L’EDS inoltre incorpora un sistema di analisi per valutare e catalogare segnali sconosciuti.


“Per trovare la posizione delle emittenti nemiche con l’EDS fai un volo per triangolarne la posizione – sia in elevazione, volando verso il bersaglio, sia in Azimuth, volando di fianco al bersaglio. In teoria se voli come un pipistrello l’EDS puo’ inchiodare la posizione nemica in meno di 10 secondi. O almeno in teoria.
Il problema e’ che in questi 10 secondi sei vulnerabile a tutte le forme di pericolo. Se il nemico e’ equipaggiato con missili Peebee o Hyper-vee non vivrete abbastanza per superare
Quei 10 secondi.”


-Warrant Officer Nick Gillott, DMLA-260


SISTEMI DI DIFESA


Il sistema di difesa AN/ALQ-2004E e’ formato da quattro sottosistemi integrati nella fusoliera. Sono il sistema di disturbo acquisizione (AJS), il sistema di disturbo controllo di tiro (FCJS),
Il sistema di difesa missilistica (MDS) e il sistema di rilascio finti bersagli (DDS).

L’AJS e’ un sistema di disturbo difensivo gestito dall’ ATLIS per prevenire l’acquisizione dai radar nemici. L’AJS comprende diversi jammer che coprono la lunghezza d’onda dai 0,5 Cm fino
Ad 1 Metro. Diverse tecniche di disturbo sono disponibili, utilizzabili a seconda del tipo di minaccia rilevata. Visto che il numero di minacce che il sistema puo’ disturbare e’ normalmente
Determinato dalla potenza e dalla sofisticatezza delle stesse, un sistema veloce ed intelligente e’ utilizzato per gestire la potenza da utilizzare per l’AJS.

Come ogni sistema di disturbo attivo, l’AJS trasmette un segnale che puo’ far rilevare la presenza della Cheyenne. Per prevenire questo l’AJS puo’ essere settato in EMCON (controllo emissioni) nel quale l’AJS rimane “silenzioso” fino al momento del suo utilizzo. Quando attivato da una minaccia nemica viene fornita potenza di disturbo coerente con il tipo di difesa che si necessita avere.

Il FCJS e’ un gruppo di sistemi di disturbo che e’ attivato sia dal rilevamento di emissioni nemiche che dalla presenza di una minaccia in arrivo.
La maggior parte dei sistemi di disturbo e’ montato internamente, ma molte delle antenne sono contenute in un’unita’ che puo’ essere trainata fino a 50 metri dalla coda della Cheyenne
Con un secondo di preavviso da parte dell’ FCJS. Il FCJS e’ usato per interrompere l’acquisizione bersaglio nemica in caso l’AJS abbia fallito nel suo compito.
Utilizza tecniche di dissimulazione per interrompere la traccia radar o l’acquisizione da parte di un missile immettendo errori di traiettoria nei sistemi nemici. Le capacita’ di disturbo variano
Da una semplice dissimulazione di distanza ad una sofisticata polarizzazione incrociata. L’ FJCS e’ efficace contro impulsi, doppler, onde continue e minacce multi spettro che utilizzino rilevamenti Monoimpulso o Loboimpulso.

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L’unita’ trainata e’ corazzata ed equipaggiata con ali erodinamiche che consentono di manovrare – come da istruzioni del sistema – fino a 100 G.
L’unita’ trainata fornisce una notevole distanza tra le antenne dei sistemi di disturbo creando un incremento dell’interferenza monoimpulso, inoltre servendo come esca per missili ed altri proiettili. L’unita’ trainata puo’ essere dispiegata dai 0,3 Mach ai 2,9 Mach. Se non e’ possibile utilizzarla a causa della velocita’ bassa, l’FCJS puo’ funzionare lo stesso, ma con efficacia ridotta.

Il sistema di difesa MDS e’ un sistema utilizzato contro i missili in arrivo in fase terminale, solitamente entro i 1500 metri. L’AAS-162
Lidar acquisisce la posizione del missile in arrivo e poi lo “flasha” con un raggio diretto sulla punta. Il sistema e’ capace di accecare il sistema di puntamento ottico/infrarosso del missile, o di fornire false informazioni sulla distanza creando problemi al sistema di detonazione di prossimita’.

Il sistema Lascor ELVIRA II, e’ un lancia finti bersagli rotante capace di sparare sia munizioni standard chaff e flare, sia munizioni ALE-106 di disturbo.
Le ALE-106 possono essere utilizzate sia come Jammer sia come generatori di falsi bersagli per missili capaci di ignorare i normali jammer.


SISTEMI D’ARMA


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Si puo’ accedere al sistema di controllo di fuoco tramite il TIAS sia da parte del pilota, che da parte dell’artigliere, anche se normalmente queste operazioni vengono gestite dall’artigliere.
Quando non in combattimento, l’artigliere normalmente lavora a testa bassa nella cabina di pilotaggio, controllando i dati del TIAS e dell’ ATLIS.
Quando e’ in combattimento, o in una zona pericolosa, l’artigliere normalmente legge i dati dall’ HUD.
L’elmetto tattico Mk.30 indossato dall’artigliere include un display ottico che puo’ essere posizionato sopra l’occhio sinistro per leggere i dati tattici.
L’artigliere puo’ guardare fuori dall’abitacolo ad un bersaglio e il TIAS lo avvertirebbe immettendo le informazioni direttamente sul display ottico.
Premendo l’interruttore del sistema di fuoco consente all’artigliere di accedere alle funzioni di agganciamento / lancio contro bersagli, e a fare fuoco.
Il pilota non ha questo sistema di display ottico, anche se puo’ utilizzare il TIAS normalmente nell’HUD.

In pratica l’artigliere ha la responsabilita’ per tutti i bersagli presenti nella zona tattica, anche se il pilota puo’ ingaggiare bersagli direttamente presenti in fronte alla Cheyenne, e gestire tutti gli attacchi “punta e spara” come i razzi.
I sistemi di controllo di tiro possono sparare automaticamente appena il bersaglio e’ entro i parametri di attacco ottimali, o possono fornire indicazioni per gli attacchi manuali. Nel caso di armi non guidate il TIAS istruisce il sistema controllo tiro di regolare la spoletta dei razzi in base al tipo di bersaglio, e di aggiustare la mira di conseguenza. Per esempio un razzo Mk.16 con una testata M451 esplodera’ in aria contro bersagli “morbidi” come la fanteria,
o esplodera’ all’impatto contro veicoli corazzati.

La variante “L” e’ un trasporto truppe tattico che porta un diverso carico di armi potenti che possono essere utilizzate come supporto dedicato o supporto truppa. Le due baie di lancio principali sono posizionate sulle ali d’attacco dorsali, e sono capaci di caricare sedici razzi da 150mm, sei razzi da 70mm e quattro razzi guidati da 120mm. Le due baie di lancio secondarie sono posizionate ai fianchi della navetta e sono capaci di caricare quattordici missili aria-aria o aria-terra.

La navetta inoltre monta un cannone gatling da 25mm in una torretta motorizzata sotto l’abitacolo. Il GAU-113/B e’ un’arma a sei canne rotanti con un motore pneumatico
Che fa raggiungere all’arma una rotazione di 6000 giri al minuto.
Le munizioni sono senza bossolo e non hanno il loro propellente. Invece il sistema GAU-113 utilizza combustibili hypergolici liquidi, immagazzinati e caricati separatamente come
Propellente binario. Quando il propellente e’ introdotto nella camera di scoppio tramite un nebulizzatore automaticamente prende fuoco e lancia il proiettile.
Le munizioni sono un mix di proiettili perforanti/incendiari, perforanti con penetratore (SABOT) ed alto esplosivo/incendiari, sono immagazzinati in un tamburo da 900 colpi sotto l’abitacolo.



VARIANTI

Nei marines coloniali, le UD-4 sono utilizzate come un membro integrato del team tattico aerospaziale/terrestre, avendo la capacita’ di far sbarcare truppe ed avendo una sua potenza
Di fuoco diretta. Il carico tipico in una zona di sbarco puo’ includere fino a quattro squadre completamente equipaggiate oppure un blindato M577. La Cheyenne ha anche la capacita’
Di caricare fino a 16000 kg. Di equipaggiamento. Le tipiche missioni ricoperte includono quelle di trasporto d’assalto, riporto truppe, ricerca e soccorso, supporto avanzato, supporto aereo
E ricognizione. La flessibilita’ dell’ UD-4 come trasporto e piattaforma di fuoco l’ha resa il cavallo di battaglia dei marines coloniali.

Il design dell’UD-4 e’ risultato molto ben riuscito il che ha portato ala produzione di diverse varianti:


UD-4B
Variante di produzione originale equipaggiata con delle turbine Atco Wyoming F23 che producono 243kN di spinta ognuna. Piu’ corta di 1,5 Metri delle varianti successive, con
Meno spazio di carico, questa versione e’ inoltre equipaggiata solamente con le baie delle armi principali.

UD-4C
Variante cannoniera, questa e’ stata la prima ad utilizzare le baie di armamento secondarie e con il cannone gatling.


UD-4E
Variante dell’UD-4B equipaggiata con le turbine F29-L-13 per avere un raggio di utilizzo atmosferico incrementato.


UD-4H
Variante definitiva in produzione, l’UD-4H ha subito un serio redesign di molti sistemi e componenti. La fusoliera e’ stata allungata di 1,5 Metri per consentire un carico
Aggiuntivo di 16 M3, rendendola la prima variante capace di caricare il blindo M577. Inoltre ha ricevuto delle turbine maggiorate TF-900.
Le avioniche sono state le prime ad includere i sensori a largo spettro e il datalink di comando. Le baie di armi secondarie e il cannone gatling ormai sono un’equipaggiamento Standard.


UD-4J
Un programma di rivalutazione delle Cheyenne da parte del comando dei marines coloniali ha upgradato tutte le UD-4B in UD-4H come standard.
Le navette upgradate hanno il nome di UD-4J.


UD-4L
Variante aggiornata della versione “H” di trasporto d’assalto, la UD-4L incorpora un sistema di sensori e controllo di fuoco migliorato, inoltre e’ la prima variante ad avere un sistema difensivo integrato.

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PILOTI DI DROPSHIP

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Nella figura qui a fianco possiamo vedere il Warrant Officer Marcia ‘Linus’ Yansey della DMLA-260, attaccata alla Terza ala aerospaziale
Marines a Kuat. Indossa una G-suit invece della tuta standard dei piloti di dropship, il che vuol dire che stava eseguendo missioni con una cannoniera.
I piloti di cannoniere utilizzano Cheyenne senza carico e volano in modalita’ VTOL facendo brusche virate per evitare il fuoco nemico e per
Acquisire nuovi bersagli, spesso spingendo le proprie Cheyenne ai limiti di tolleranza strutturale. Attaccata con il velcro sulla spalla destra troviamo l’insegna dell’unita’
Che puo’ essere staccata velocemente in caso di abbattimento per evitare il riconoscimento da parte del nemico.

Yansey indossa inoltre un’imbracatura da paracadute che possiamo vedere sulla schiena.
Sul petto ci sono delle tasche per portare un equipaggiamento base di emergenza come un kit di sopravvivenza, un faro radio e una torcia elettrica.
Una procedura standard dei piloti e’ di indossare un’arma di backup, anche se dalla foto qui a fianco non ne vediamo alcuna.
L’elmetto e’ un Mk.28 “bonedome” con un microfono integrato.
Molti piloti indossano occhiali da sole, piu’ per fare colpo che per reale necessita’ visto che l’elmetto ha una visiera Polaroid integrata che puo’ essere posizionata rapidamente
per dare protezione addizionale contro riflessi dei laser o delle esplosioni nucleari.
La visiera deve essere mantenuta regolarmente pulita dallo sporco, grasso o danni, visto che anche un piccolo graffio sulla superficie potrebbe coprire un’aereo nemico a lungo raggio.



SCHEMI DI COLORE



“Al contrario di quello che si dice, non dipingiamo mai delle bombe a fianco dell’abitacolo per segnare il numero di missioni effettuate. Il modo in cui la vediamo noi e’ che se
Mai dovessimo fare un atterraggio di fortuna in territorio nemico non vorremmo essere linciati dalle persone per aver bombardato le loro famiglie. Anche se sembra
Ridicolo il nostro piano e’ convincerli che stavamo facendo una missione innocua come un recupero feriti…”


-Warrant officer Mark “Top Wop” Bovankovich, DMLA-212

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Qui sopra e’ mostrata la UD-4L Cheyenne nr.157006/01 “Riki’s raiders” attaccata al DMLA-212, Terza ala aerospaziale dei marines coloniali.
Questa navetta e’ assegnata alle missioni primarie dello squadrone gruppo tattico, anche se puo’ succedere che venga utilizzata per una varieta’ di missioni differenti senza preavviso, come ricognizione armata, soppressione di difese nemiche “mano di ferro” ed evacuazione feriti.
Il mimetismo utilizzato e’ chiamato “Blue superiorita’ aerea” ed e’ uno dei preferiti dei piloti di Cheyenne, che preferiscono crivellare il suolo dall’alto senza doversi “sporcare i piedi” in missioni di sbarco.

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“Cristo, la giungla era gialla, giallo segnaletica! Ci hanno detto nel briefing che era causato dall’utilizzo degli aminoacidi R da parte della biologia locale.
Le piante locali erano immangiabili, e i nemici erano rintanati nelle colonie di coltivazione, in profondita’. In ogni caso eravamo li’, sudando sette camicie in una zona di atterraggio circondata da una giungla cosi’ aliena che brillava di questo giallo malsano. Poi arrivo’ l’ordine del colonnello:
Dovevamo ridipingere tutte le navette dello stesso giallo. Dopo quello, il battaglione fu soprannominato “le banane volanti””


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Nel riquadro in alto e’ mostrata la UD-4J Cheyenne Nr.168713/27 “Loose Moose” attaccata al 21esimo gruppo di assalto da sbarco dei marines,
Le “Vespe Nere”. Il mimetismo applicato velocemente e’ uno schema di colore utilizzato nelle operazioni sul campo su Helene 215.
Questa navetta in particolare e’ stata utilizzata come nave di comando aereo durante l’assalto alla colonia di Shinowa durante la fase finale della campagna. Piu’ tardi la navetta precipito’ durante un incidente aereo. Il disegno sul muso sotto la cabina dell’artigliere mostra un Personaggio famoso dei cartoni animati Moose Harker:Greek Cowboy.

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ARMAMENTI


“La zona di atterraggio Lincoln era brutta come l’inferno, piena di scie di traccianti che zigzagavano dalla foresta sottostante. Con il blindato a bordo, la Cheyenne si muoveva come una balena, e nella cabina di pilotaggio i sensori di minaccia nemica stavano segnalando cattive notizie.
Beaver premette il tasto, mandando il nostro prezioso carico di missili TeeSAMs verso i radar nemici. Io lanciai un Hellound in modalita’ “ricerca” per tentare di friggere qualche nemico, ma in quel momento si accese l’indicatore rosso di un missile SAM nemico in arrivo da ore 3.
Non potei fare a meno di girare la testa e guardare, notando il piccolo bagliore del motore a razzo del missile che accelerava dalla foresta.
Non pensare, reagire-
Premetti il bottone di lancio contromisure con il pollice, e spinsi i motori a jet in avanti.
Una cosa che la Cheyenne non ha problemi a fare e’ perdere velocita’. Mentre guardavo l’ASI informarmi dell’avvicinamento del missile a meno di 100 metri, girai il muso della navetta per guardare il punto di partenza del missile nemico.
Il SAM ci aveva superato, non potendosi aspettare che ci fermassimo in mezzo all’aria, e semplicemente non poteva intercettarci. Il SAM volo’ oltre di noi ed esplose dietro la nostra poppa mentre io lanciavo dei razzi Beehive tra gli alberi. La foresta tremo’, per poi disintegrarsi in una nuvola di foglie e schegge, sbriciolata da un milione di piccoli dardi”


-Estratto da “Long Way Down” del Capt. Amanda Mathis, USCM

La mancanza di disponibilita’ di scorte aeree nelle operazioni nell’outer rim ha costretto i comandanti dei Marines piu’ volte ad utilizzare il loro cavallo di battaglia Cheyenne per fornire supporto tattico aereo alle unita’ avanzate. Negli ultimi dieci anni sono comparse versioni piu’ piccole delle armi normalmente riservate alle navi d’attacco, questo ha portato ad un loro utilizzo da parte delle UD-4 Cheyenne rendendo ancora piu’ flessibile il ruolo della navetta.


MK.16 150mm BANSHEE 70

Il sistema BANSHEE 70 e’ uno dei sistemi d’arma non guidata piu’ importante in servizio dell’ US. Nei marines coloniali e’ comunemente associato al lanciarazzi LAU-190/A montato sulla UD-4 Cheyenne. Ogni razzo e’ stabilizzato tramite uno scarico ad imbuto ed a tre alette a molla alla base del fusto.
Il modello Mk.16 ha un motore a razzo ad alto impulso, che fornisce una velocita’ massima superiore di 1800 Metri al secondo, dando un’eccellente raggio di fuoco ed accuratezza nel fuoco aria-terra.

Il MK.16 puo’ utilizzare un vasto assortimento di testate tattiche:

M18: e’ una testata incendiaria utilizzata per segnare i bersagli e contro edifici e fortificazioni leggere

M451: e’ una testata da 36Kg di Alto esplosivo, con frammentazione controllata da un detonatore intelligente per essere utilizzata contro tipi diversi di bersagli.
Il sistema di analisi minacce TIAS setta il detonatore al momento del lancio a seconda del tipo di bersaglio, facendo esplodere il razzo in aria contro bersagli morbidi o settando la detonazione al momento dell’impatto per bersagli corazzati.

M597: e’ una testata contenente 17 dardi incendiari studiati per penetrare le armature dei corazzati, le fortificazioni , i bunker e causare incendi al loro interno.

M598: e’ chiamata “proiettile alveare”, viene utilizzata contro bersagli terrestri come truppe, veicoli leggeri, elicotteri e VTOL. La testata e’ caricata con circa 4800 dardi ad energia cinetica/penetrante da 7,2 grammi capaci di saturare un’area grande come un campo da calcio. Sia con l’M597 che con l’M598 il TIAS setta e ottimizza la distribuzione dei dardi al momento del lancio a seconda del tipo di bersaglio.

M617, M618, M680: sono testate a grappolo che portano diversi tipi di sub munizioni, come anticarro, anti fanteria, bombe dirompenti e incendiarie. Possono essere caricate 98 submunizioni in ogni testata e possono saturare un’area fino a 1000 M2.

Vengono utilizzate anche altre testate: fumogene, chimiche e batteriologiche.



MK.10 ZEUS

Il Mk.10 ZEUS e’ un razzo non guidato da 70mm che e’ utilizzato dal corpo dei marines da sessant’anni. E’ un razzo stabilizzato da alette che puo’ caricare solamente due tipi
Di testate: Una ad innesco intelligente a frammentazione anti truppa e un’altra fumogena per coprire la visuale.


MK.88 SGW

Il Mk.88 e’ un razzo da 120mm a breve raggio (meno di 1500 metri) costruito per essere un’alternativa economica all’ Hellhound da utilizzare contro corazzati leggeri e fortificazioni
Come hangars e postazioni d’artiglieria. E’ un’arma costruita in modo semplice, e’ un razzo con un motore a basso impulso supportato da alette stabilizzatrici retrattili. La guida del razzo viene effettuata tramite un sensore infrarosso montato sulla punta del razzo, con una testata cava da 2,2 Kg posizionata subito dietro.
L’SGW e’ un’arma “spara e dimentica”, una volta agganciato il bersaglio il razzo si dirige autonomamente verso di esso.


AGM-220C HELLHOUND II

E’ un missile tattico multiruolo studiato per essere utilizzato contro veicoli, corazzati, edifici e bunker. Studiato attorno una versione maggiorata dell’HELLHOUND I, il missile utilizza
Un motore a tre stadi formato da un motore di lancio, un motore di spinta di crociera ed un motore di approccio terminale che accelera il missile durante la fase finale del volo.
L’HELLHOUND II puo’ essere utilizzato in due modi diversi:
In un modo l’artigliere aggancia il missile al bersaglio e viene consecutivamente guidata fino all’impatto.
In un altro modo il missile e’ lanciato verso una griglia di posizione su una mappa dove una volta raggiunto il punto prestabilito comincia a cercare autonomamente un bersaglio da
Colpire o previsto al momento del lancio, o selezionato attraverso un menu interno di bersagli potenziali. Il sistema duplice di aggancio e’ composto da un radar millimetrico ad aAlta risoluzione e da un sensore infrarosso collegato a un sofisticato processore da 12 MB che determina la traiettoria d’attacco ottimale e il settaggio del detonatore.
La variante “C” dell’ AGM-220 e’ equipaggiata di un radar anti disturbo con contromisure migliorate per portarlo allo stesso livello della versione “F” utilizzata da’’ USASF.



AGM-204A TSAM

Lo TSAM (missile d’attacco soppressione minacce) e’ un missile a basso costo per l’autodifesa costruito per difendere le navi d’attacco e le navi da sbarco contro missili aria-aria,
Radar nemici, postazioni missilistiche e antiaeree. Piccolo, leggero e con un raggio corto lo TSAM scambia la versatilita’ dei missili piu’ moderni con la velocita’ in modo da poter
Eliminare le minacce piu’ rapidamente. Il motore Tekell a combustibile solido e’ un’unita’ ad alto impulso che accelera il missile a supervelocita’ in meno di due secondi; dopo
La spinta iniziale il missile plana verso il bersaglio.
La distanza raggiunta varia considerevolmente a seconda dell’altezza e della velocita’ della navetta che lo lancia, in un’atmosfera simile a quella terrestre e’ di 20Km se lanciato a
Livello del mare, e 60 Km se lanciato ad alta quota.
Quando montati sul loro pilone ogni missile e’ collegato al sistema ATLIS della navetta che automaticamente lancia i missili nel momento in cui rileva un radar o un laser di guida nemico.
Il sistema di guida passivo del missile e’ composto da un gruppo di ricevitori a banda larga Superheterodyne con una copertura di frequenza da VHF a UHF. In aggiunta la copertura
Esterna sulla punta del missile e’ capace di rilevare l’energia laser e scoprirne la fonte. Lo TSAM utilizza un radar ad onda millimetrica per il tragitto terminale prima dell’impatto, il che
Oltretutto fornisce capacita’ di ingaggio anche cotro bersagli che non hanno emissioni radio.



AIM-90E HEADLOCK

L’AIM-90E e’ un missile aria-aria a corto raggio ottimizzato per essere utilizzato nei combattimenti aerei. Guidato da sistema di puntamento duplice Ottico/Radar l’Headlock accelera
A velocita’ supersoniche dopo il lancio, per poi planare nel tragitto finale verso il bersaglio. La testata e’ formata da 34 dardi esplosivi che sono espulsi dal missile una volta vicino al bersaglio.
Per assicurare l’abbattimento, il detonatore dell’AIM-90 lancia i dardi con una disposizione ottimale a seconda della posizione del bersaglio rispetto al missile.
La variante “E” del missile ha delle modifiche al software anti contromisure e superfici aerodinamiche migliorate per garantire maggiore portanza ad altezze elevate.

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Edited by Fuoco Oscuro - 18/10/2013, 17:28
 
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Hai fatto un ottimo lavoro. Tuttavia noto che esiste già una discussione sulla navetta:

https://alienepredatoritalia.forumfree.it/?t=10695114

Prima di aprirne delle nuove sarebbe buona regola verificare l'esistenza di discussioni che trattano il medesimo argomento.
 
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view post Posted on 21/10/2013, 08:15
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Molto dettagliata come discussione, grazie :thumbyelloxk1.gif: , se non sbaglio il testo originale è tratto da un Manuale tattico sui Marine USCM dove vengono spiegati i corpi speciali fin nel minimo dettaglio con schemi e illustrazioni realizzar in maniera tale che sembra una cosa reale, io dovrei ancora possederlo in formato PDF (in lingua Inglese)

Vedremo poi di incorporarlo in qualche modo nel'altra discussione del Dropship già aperta
 
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