Il ragionier Ugo Fantozzi è un personaggio letterario e del cinema creato ed interpretato da Paolo Villaggio. Le sue avventure sono narrate in una serie di racconti e film scritti ed interpretati, ma mai diretti sul grande schermo, dallo stesso Villaggio.
Il personaggio di Fantozzi, nato come prototipo del personaggio privo di abilità e fortuna e contro il quale si accaniscono malasorte e prepotenze, è entrato nell'immaginario collettivo degli italiani per la sua grottesca attitudine alla sudditanza psicologica verso il potere costituito, e come esempio di uomo medio, o meglio mediocre, vessato dalla società e alla continua ricerca di un riscatto.
Secondo lo stesso Villaggio, la figura di Fantozzi è stata concepita durante il suo periodo lavorativo all'Italsider di Genova come impiegato. Lì prese spunto, ispirandosi agli episodi di servilismo poi accuratamente ingigantiti e storpiati con vena ironica e tragicomica.
La figura del ragionier Fantozzi è un iperbole vivente, un eccesso, in cui l'umanità del personaggio è sopraffatta dalle immani disgrazie che lo investono e a cui non reagisce minimamente. La mediocrità con cui viene descritto il personaggio, che con il tempo diventa l'emblema dell'uomo sopraffatto, sfocia inevitabilmente in una rappresentazione delle sue volgarità, intese come suo essere animale: rutti, turpiloqui, atteggiamenti negativi (servilismo, ecc.), che lo rendono comico e allo stesso tempo tragico.
Il comune denominatore di tutte le vicende vissute da Fantozzi è la totale inerzia innanzi al destino, l'impossibilità di poter controvertire la sorte avversa. Celebre la frase dello psicanalista della mutua a cui il ragioniere si rivolge e che dopo ore di colloqui conclude:
"Rag.Fantocci (storpiando il nome) lei non si deve sentire inferiore..., lei è inferiore!"
Secondo il critico Riccardo Esposito, Fantozzi rappresenta l'archetipo dell'"Italiano medio" degli anni Settanta, medioborghese dal lifestyle semplice (niente laurea, lavoro da impiegato, casa in equo canone, ecc.) che mette davanti alla telecamera le ansie e le "perversioni" di un'intera classe di lavoratori: probabilmente in tutti gli uffici è esistita una seduttrice un pò doppiogiochista come la "signorina Silvani", un capo esigente o un collega arrivista, molti sono andati in giro su una vecchia utilitaria come la Bianchina di Fantozzi, ma soprattutto tutti abbiamo almeno una volta pensato di essere dei perseguitati dalla sfortuna.
La sua famiglia, unico rifugio dalle angherie di una società che non lo riconosce come membro effettivo se non per sfruttarlo, è composta da una moglie orribile e che non lo ama veramente, ma lo compatisce o lo stima, e una figlia orribile.
Una famosa battuta sul film La corazzata Potëmkin, giudicata dal ragioniere dopo l'ennesima visione "forzata" al cineforum della Megaditta: "una cagata pazzesca", ha fatto sì che di fatto questa pellicola non venisse più riprodotta nei cineforum aziendali, come quelli che il ragioniere era costretto a seguire, ed in quelli parrocchiali.
Il solerte travet Fantozzi, nonostante le vessazioni, continua a frequentare i colleghi della Megaditta anche al di fuori dell'orario di lavoro: Va con il dopolavoro in settimana bianca (a metà maggio ovviamente), passa l'ultimo dell'anno in un freddo seminterrato mentre un direttore di orchestra imbroglione ha spostato gli orologi per poter allestire due veglioni nella stessa serata, si reca in viaggi itineranti in camper, o in improbabili gare ciclistiche, partite di calcio su fangosi campi di periferia, o in patetiche partite a tennis alle sei del mattino con il geometra Filini.
I film di Fantozzi, che sia pur con una profonda ironia ha anticipato le tematiche del mobbing nelle grandi aziende, hanno fatto entrare nel bagaglio lessicale dell'italiano medio espressioni quali: "Come è umano lei", oltre agli aggettivi "fantozziano" e all'espressione "Alla Fantozzi", sorte per indicare esperienze, atteggiamenti o situazioni nate male e finiti peggio. Stessa sorte è toccata curiosamente anche all'eterno collega Filini, nei film solerte organizzatore di gite del dopolavoro aziendale; per indicare eventi venuti male, o pieni di imprevisti che normalmente sarebbero stati ampiamente prevedibili, talvolta si usa dire che si è ricorsi alla "Organizzazione Filini".
In veste cinematografica, Villaggio ha più volte interpretato Fantozzi. Secondo molti critici, il migliore di questi film resta il primo, girato nel 1975 e diretto da Luciano Salce. Fra gli attori divenuti popolarissimi per aver partecipato alla serie, oltre a Paolo Villaggio, ci sono Milena Vukotic e Liù Bosisio nella parte della moglie Pina, Anna Mazzamauro in quella della signorina Silvani, Gigi Reder, il ragionier Filini, e Plinio Fernando opportunamente truccato per interpretare la mostruosa figlia di Fantozzi, Mariangela.