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Servizio sul film ALIENS di Roberto Taddeucci, Aliens: le uova fatali

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view post Posted on 17/6/2007, 14:18
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Principe dell'alveare

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Autore: Roberto Taddeucci
Fonte articolo: http://www.fantascienza.com/magazine/servi...le-uova-fatali/

Il successo planetario di Alien aprì le porte per un inevitabile seguito ed i produttori Walter Hill e David Giler si misero immediatamente alla ricerca di un'idea e anche di un regista che potesse garantire un risultato in grado di tener testa allo splendido film di Ridley Scott del 1979.

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La ricerca non fu facile e anche le dimissioni di Alan Ladd jr da capo della 20th Century Fox (per andare a fondare la Ladd Company, che produsse poi Blade Runner) contribuirono a rallentare lo sviluppo del progetto. Nel 1984 il regista canadese James Cameron si impose all'attenzione degli operatori del settore grazie al successo del film Terminator, da lui scritto e diretto. In precedenza Cameron (da ora in poi JC) aveva lavorato come tecnico degli effetti speciali in produzioni fantascientifiche a basso costo come I magnifici sette nello spazio e Il pianeta del terrore. Uno dei progetti (mai realizzato) nel cassetto di Giler era una sorta di Gladiatori nello spazio ed in un certo senso questo combinazione tra i mostri alieni ed i supermuscoli del Terminator è quello che propone Aliens — scontro finale (Aliens) che JC accettò di scrivere e dirigere. "Ridley Scott col suo film" ricorda JC "fece rimanere tutti a bocca aperta, me compreso. Quando qualche anno dopo mi fu chiesto di scriverne il seguito vidi allettante l'opportunità di poter fare un film come quello." Una volta raggiunto un accordo Giler, Hill e Cameron presentarono alla Fox nel giro di pochissimi giorni un trattamento preliminare del soggetto, che riprendeva gli elementi base del primo film ma sviluppava la storia seguendo un approccio drammaturgico completamente diverso. Se Alien era un teso film dell'orrore che faceva stare col fiato sospeso per la maggior parte del tempo Aliens era ne più ne meno un film di guerra ambientato nello spazio, con qualche richiamo più o meno cosciente alla fanteria dello spazio heinleniana. Rispetto al primo film più alieni, più vittime, più armi, più effetti speciali.

Nell'agosto del 1984 Lawrence Gordon divenne il capo del dipartimento produttivo della Fox e diede immediatamente il nulla osta alla produzione del seguito ad Alien, affidando a JC anche il compito della stesura della sceneggiatura vera e propria. A Sigourney Weaver fu proposto di tornare ad indossare i panni di Ellen Ripley, ruolo che aveva fatto di lei una delle attrici di punta a Hollywood, apparsa in altre produzione di primo piano come il drammatico Un anno vissuto pericolosamente, al fianco di Mel Gibson, e la commedia fantastica Ghostbusters — acchiappafantasmi. Di conseguenza anche il salario da lei richiesto per ogni film era salito a 1 milione di dollari, somma ben diversa dai 30.000 dollari che le erano stati versati 5 anni prima. Fortunatamente i rapporti tra lei ed il regista furono ottimi sin dall'inizio, nonostante la fama di persona con cui non è particolarmente facile (ne piacevole) lavorare che da sempre accompagna JC. Ma alla Weaver piacque il suo approccio al materiale ed i due collaborarono in modo molto proficuo. Nel luglio 1985 cominciò la costruzione dei set ai Pinewood Studios in Inghilterra. JC coinvolse nel progetto le persone che avevano contribuito in maniera così determinante al successo del suo Terminator: la produttrice (nonché allora moglie) Gale Anne Hurd, il mago dei trucchi Stan Winston e l'attore Michael Biehn, sebbene per il suo ruolo fosse stato in un primo tempo scelto un altro. Dal cast del primo film di JC, Piraña Paura, veniva invece Lance Henriksen, nei panni dell'androide Bishop. L'attore sarebbe poi tornato nella saga in Alien_ e in Alien Vs Predator (attualmente in lavorazione). Il caratterino del regista e la sua scarsa diplomazia crearono comunque ben presto problemi: un primo direttore della fotografia se ne andò e altri attriti di vario genere ci furono con la troupe, che non vedeva forse di buon occhio la sostituzione del britannico Scott a favore di un regista d'oltreoceano. JC organizzò una proiezione di Terminator per mostrare il suo stile e quello che era capace di fare, ma delle maestranze locali non si fece vivo nessuno. In settembre cominciarono le riprese principali.

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La vicenda si svolge 57 anni dopo gli eventi raccontati nel primo film. La sola sopravvissuta da quella missione è recuperata ibernata dalla capsula di salvataggio e deve superare lo shock di apprendere quanto tempo è passato. Alla compagnia per la quale lavorava l'equipaggio della Nostromo non sono affatto contenti di sapere che la nave e tutto quello che trasportava sono andati definitivamente persi. La donna racconta della lotta tra gli umani e la letale creatura aliena ma il racconto appare ai loro occhi poco convincente, anche perché il pianeta su cui sarebbero state rinvenute le uova è ormai usato come colonia umana da diverso tempo e senza problemi. Le ultime parole famose: di li a poco i contatti proprio con tale insediamento si interrompono e la compagnia rivaluta la sua posizione e le offre un ruolo di consulente nella squadra paramilitare inviata ad investigare. Ellen accetta, sperando così di affrontare e sconfiggere per sempre i mostri che riempiono di spaventosi incubi le sue notti...

A costituire punto di continuità visiva e stilistica col primo film contribuì il fantastico lavoro svolto dal direttore della fotografia Adrian Biddle, che si era fatto le ossa nel campo lavorando proprio in ambito pubblicitario con Ridley Scott e che nel primo Alien aveva il compito della messa a fuoco della macchina da presa. Aliens fu il suo primo impegno professionale ufficiale come direttore della fotografia e la sua carriera sarebbe poi proseguita in modo eccellente, curando le luci per film come Thelma & Louise, 1492 la conquista del paradiso, Punto di non ritorno e La mummia 1 e 2. Gli artisti concettuali e disegnatori Ron Cobb (Alien) e Syd Mead (Tron) contribuirono al disegno delle navi, degli ambienti e delle armi che si vedono nel film e per le quali JC aveva idee ed esigenze ben precise. Per quanto riguarda gli alieni che attaccano gli umani ad ogni angolo in realtà per motivi di budget c'erano a disposizione solo una dozzina di costumi da Aliens ma grazie alle molte scene, le diverse angolazioni di ripresa ed il montaggio sembrano essere un vero e proprio esercito. Dal film originale tornano in campo anche le uova che contengono le letali creature. JC decide di mostrare chi le depone e introduce la Regina, la cui apparenza fu ideata dallo stesso regista, basandosi comunque sul look alieno precedentemente stabilito da H.R. Giger. Quest'ultimo non fu coinvolto direttamente nella lavorazione del film ma ha in seguito apprezzato il fatto che per lo sviluppo del look della regina ci si sia mantenuti in linea con lo stile delle sue visioni originali. Alec Gillis, responsabile degli effetti delle creature, fu tra coloro coinvolti nello sviluppare in pratica il design della gigantesca creatura immaginata dal regista. Era fondamentalmente una marionettona al cui interno mostro si nascondeva un uomo, mentre altri 16 tecnici ne muovevano esternamente braccia e gambe con cavi e fili. A Lance Henriksen spettò sul set un lavoro simile a quello a cui si era dovuto sottoporre John Hurt nel primo film, mettendo a disposizione il proprio volto per un pupazzo che riproduceva le fattezze del corpo dell'androide lacerato in due dalla furia della regina, stando incassato col corpo in un sottopavimento appositamente costruito e tutto impiastricciato del liquido che scorreva nelle vene dell'androide Bishop, in realtà un mix latte-yogurt.

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Dal punto di vista dei personaggi la pellicola mette in tavola (a disposizione degli aliens...) un gruppetto variegato di combattenti: Bill Paxton (Commando) è un soldato che nasconde le proprie insicurezze e paure dietro un'apparente spavalderia, Jenette Goldstein (Star Trek Generazioni) sfoggia i muscoli e deve dimostrare ai compagnucci maschietti di essere a loro pari, William Hope (xXx) veste i panni di un ufficiale che ha molto da imparare e Michael Biehn torna a ricoprire il ruolo del "buono" che JC già gli aveva affidato in Terminator. A Paul Reiser (Beverly hills cop II) andò invece la parte di Burke, il detestabile funzionario che lavora per la compagnia che vuole riportare sulla Terra gli alieni. Nonostante il polso duro del regista e l'intenso calendario di riprese il gruppo di giovani attori risultò con l'essere affiatato e in grado di dare il massimo per un film che richiedeva loro un grosso sforzo anche (e soprattutto) dal punto di vista prettamente fisico. Per quanto riguarda Sigourney Weaver JC ne sviluppò il personaggio rivelandoci che era una mamma e quindi preparando anche il terreno per il suo ruolo materno e protettivo nei confronti della piccola Newt (Carrie Henn), sopravvissuta miracolosamente nella colonia infestata dagli alieni. La Weaver apprezzò molto questo nuovo aspetto che le permetteva di essere una donna d'azione ma che ha a cuore non solo la sua sopravvivenza ma anche quella della bambina.

Per lo scontro finale tra Ripley e la Regina fu necessario un accurato storyboard disegnato che delineasse scene per scena quello che si doveva vedere sullo schermo. Il tutto fu realizzato alternando riprese di Ripley effettuate dal vero in studio con altre che utilizzavano modellini delle due combattenti filmate su un set in miniatura. Il montaggio dell'intera sequenza finita è da manuale e la lotta finale senza esclusione di colpi scorre sotto gli occhi dello spettatore senza apparente soluzione di continuità. Il montaggio di tutto il girato iniziò nel gennaio 1986, curato da un esperto nel settore come l'inglese Ray Lovejoy che già aveva curato per Kubrick il montaggio di film come 2001 odissea nello spazio e Shining. JC consegnò alla Fox un film che fu ritenuto troppo lungo, per cui gli furono chiesti altri tagli. Alla fine il montaggio che uscì nelle sale durava 137 minuti. Con grande disappunto di S. Weaver furono eliminate intere sequenze, tra cui alcune anche piuttosto articolate e importanti che la riguardavano, fortunatamente poi recuperate nella Special edition (che dura 154 minuti). Questa versione reinserisce anche la scena della scoperta della nave aliena da parte della famiglia di Newt: il padre e la madre escono in esplorazione e riportano al campo base un altro facehugger come quello dal quale iniziavano tutti i guai nel primo film, stavolta attaccatosi al volto del padre della bambina. In realtà anche il montaggio poi approvato di due ore e 17 minuti era ritenuto troppo lungo, ma Cameron a quel punto puntò i piedi e si rifiutò categoricamente di apportare altri tagli perché questo avrebbe compromesso in modo irreparabile la struttura del film. La Fox alla fine accettò tale lunghezza e ne approvò la distribuzione facendo però impegnare il regista a lavorare per loro per i prossimi due film (che sarebbero stati Abyss e True lies.)

Rispetto al primo film JC cerca di mantenere qualcuno degli aspetti di suspense che avevano contraddistinto l'Alien di Ridley Scott ma è evidente che è ben consapevole di non poter competere sullo stesso territorio.

Trasforma quindi la storia di horror gotico-spaziale dell'originale in un convulso film di orrore e di guerra, moltiplicando i mostri e travolgendo gli spettatori con un incessante e ritmatissimo gioco al massacro che non lascia quasi neanche il tempo di respirare.

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Si adegua James Horner, che subentra a Jerry Goldsmith nella composizione delle musiche originali e che ha assai poco tempo a disposizione per giocare su atmosfere e mezzi toni e deve invece star dietro all'incalzare dell'azione. Horner si trasferì per lavorare a questo progetto nel Regno Unito ma quando arrivò scoprì che a causa del ristrettissimo tempo di post-produzione non aveva a disposizione neanche un montaggio provvisorio sul quale poter lavorare. Dovette quindi affidarsi alla sua esperienza: in precedenza aveva già svolto un apprezzato lavoro in campo fantascientifico musicando il secondo ed il terzo Star Trek cinematografici e sarebbe poi tornato a collaborare con JC, aggiudicandosi l'Oscar per Titanic.

Il film debuttò nelle sale americane il 18 luglio 1986 e superò i 10 milioni dollari di incasso nel primo week end. Le reazioni della critica furono generalmente positive, Time Magazine dedicò al film la copertina e anche il pubblico non si tirò certo indietro. Costato 18 milioni e mezzo di dollari il film finì per incassarne complessivamente oltre 200 in tutto il mondo, di cui 80 nei soli USA. La frase di lancio "Questa volta è guerra" fu coniata dal multifunzionale e omnidirezionale JC e fu sostenuta con entusiasmo dal dipartimento promozionale della Fox, che pubblicizzò il film appunto come se fosse una storia di guerra con la differenza che si svolgeva nello spazio. Aliens ottenne anche 7 candidature al premio Oscar, tra le quali quelle per il Miglior Montaggio (Ray Lovejoy), Migliori Scenografie (Peter Lamont), Miglior Colonna sonora originale (Horner), Montaggio Sonoro (Don Sharpe), Migliori Effetti Visivi (Skotak, Winston, Richardson), ma la sorpresa maggiore venne dalla candidatura a Miglior Attrice Protagonista per Sigourney Weaver, cosa piuttosto insolita per un film di genere come questo. A questo proposito ricorda l'attrice: "Fu davvero una grossa sorpresa, per tutti noi. Penso che il merito vada attribuito a Jim, che ha scritto la parte. E' un ruolo molto forte e fui certamente onorata di essere candidata al fianco di altre bravissime attrici". Alla fine il film si portò a casa due statuette: quella per i Migliori Effetti Visivi e quella per il Miglior Montaggio Sonoro. Di li a poco la casa editrice di fumetti Dark Horse lanciò una testata, Aliens Vs Predator, che si rivelò essere estremamente popolare. Anche tramite dei romanzi l'universo collegato alla serie si espanse, tra questi ricordiamo almeno Alien dentro l'alveare (Urania n. 1294), scritto da un autore affermato come Robert Sheckley.

Aliens scontro finale dimostrò che si può tener testa ad un classico amato dalla critica e dal pubblico se si ha un approccio originale ed innovativo al materiale di base. Certo viene a mancare il fattore sorpresa della prima volta e manca anche quasi tutta la suspense che contribuiva in maniera determinante alle atmosfere irripetibili del primo film. Tuttavia ciò viene compensato in maniera più che soddisfacente da una sorta di elevazione a potenza operata da JC per raccontare ancora una volta una storia che di base è la stessa: la lotta all'ultimo sangue tra umani e creature aliene. Stessa trama base, ma ben altro film. Cameron sfrutta poi già in questa occasione l'effetto del ribaltamento di ruoli a cui avrebbe fatto ricorso anche per il seguito di Terminator. Se nel primo Alien l'androide di bordo è una minaccia qui invece è un alleato nella battaglia per la sopravvivenza, così come il T diventa in T2 una sorta di angelo custode.

Ma la lotta senza quartiere tra umani e aliens, come ben sappiamo, non finì certo li...


Roberto Taddeucci

Edited by Alien Queen - 14/8/2012, 18:11
 
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