CITAZIONE
Com chi il ciel non più vede han tenebre il cor. E. Shapplin, La Notte Etterna
Poche crature hanno la terribile e dolorosa consapevolezza dei Vampiri, campioni della non vita, ma, credo nessuna altra creatura assume così tanti e reconditi significati impersonificando il male stesso, ma anche la sofferenza.
Un tempo umani e vivi, creature comunissime in questo vasto multiverso subirono per caso o per stupida scelta la più terribile tra le maledizioni possibili che li trasformò in parodie di vita, maschere di eterna immobilità e silenzio di notti perdute.
Se un tempo la raffigurazione dei vampiri si limitava a mostri vespertillini assetati dell'essenza vitale di ogni essere vivente arrivando a punte di efferato sadismo pur di impossessarsene e dananndo per sempre le loro vittime a divenire altri flagelli notturni, angeli della rovina, oggi sul colpo delle inquietudini il loro aspetto e la loro natura paiono essere più in linea con i tempi e
Lestat De Lioncourt ne incarna l'archetipo.
La stori adi Lesta la potete leggere ovunque nella decalogia di Anne Rice e particolarmente toccante nel libro Scelti dalle tenebre dove viene raccontata la tristissiam serie di casuali eventi che condusse un innocuo ed ansioso giovane settecentesco a divenire il peggior Angelo della Rovina che si ricordi, ma è solo l'inizio di tutto.
Nato verso la fine del 1700 da una modesta famiglia di decaduta aristocrazia terriera francese, il giovane e sensibile Lestat vive un avita grigia ed amorfa procaccaindo il cibo ai suoi fratellie che lo disprezzanoed a suo padre che desidererebbe da lui qualciosa che non avrebbe potuto mai dargli. Tuttavia dietro le spoglie del nobile e pacato giovine di provincia, si nasconde in Lestat un anima sensibile ed angosciata dal continuo divenire cosmico e dalla ricerca del divino e del senso di ogni cosa. Per alleviare lo strazio della sua anima, il giovane tentò persino, contro la volontà dei genitori, di farsi monaco, ma ciò non potè giovargli.
Un giorno, gli venne incaricato di uccider dei lupi che infestavano il villaggio e Lestat portò a termine con spericolatezza, ma anche coraggio la missione, eradicando i lupi, ma... qualcosa in lui si spezzo nel vedere il suo destriero morente...
In seguito, anche per colpa della frigidezza materna e di una conversazione col disincantato suonatore errante di violino (che fu stato amico di infanzia di Lestat) Nicolas De Lenfrent, il giovane si rese conto appieno della inutilità della sua vita e del buio che, a suo avviso, doveva attendere l'uomo alla fine dei suoi giorni... questo lo condusse alla follia o meglio al disincanto che è molto peggio...
Così abbandonò l'Alvernia e si recò nella ricca e lucente Parigi dove viveva come attore boulvardiano fino ad un dannato giorno nel quale un' antico e malvagio vampiro detto Magnus lo rapì e lo trasformò in un vampiro contro la sua volontà... per poi suicidarsi tra le fiamme...
Da quel momento l'esistenza di Lestat divenne una pericolosa danza blasfema tra le necessità del vampirismo e la sete di tornare in vita anche in un secolo diverso ed alieno.
Ciò renderà Lesta un vampiro infelice, ma anche potente e letale nella consapevolezza che nulla ha un senso finchè non gliene viene dato uno... questo cercherà Lestaat sino alla distruzione finale... un senso a ciò che in un secolo lontano gli successe, al vampirismo, alal vita, al tempo ed al suo fluire.
Spero di non avervia nnoito a voi la parola.