THE CALL NON RISPONDEREL'ultima opera di Takashi Mike si permette perfino di terrorizzare gli spettatori con lo strumento che abbiamo in tasca durante la giornata e che mettiamo anche sotto il cuscino. Il telefono cellulare.
Una musichetta ossessionante, messaggi provenienti dallo stesso telefonino, annunciano la morte di chi lo possiede o di un amico, entro qualche giorno. Le vittime si susseguono e Yumi, giovane studentessa, sa che, prima o poi, la chiamata verrà anche per lei.
La storia è semplice, lo svolgersi degli eventi alquanto complesso. Non è facile riuscire a seguire la trama nei suoi convulsi intrighi e, sebbene la sensazione del terrore si insinui in chi guarda, grazie soprattutto alla suoneria, parte integrante delle nostre vite, The call, al termine della visione, rimane un mistero per molti, anche per chi scrive. Chi manda i messaggi? C'è un assassino? Sta a voi scoprirlo....ma... forse non è umano...o non lo è più... .
Un film terrificanbte e sinistro superbamente girato!
THE CALL 2 Per il resto il film segue una trama che ricalca a grandi linee il primo capitolo, non uscendo dal seminato che ha riscosso un così gran successo da giustificare un secondo episodio. Non a caso usiamo il termine episodio, perché la cifra stilistica del film ricalca stereotipi di derivazione televisiva e i momenti shock, sebbene ricorrenti, sono furbescamente prevedibili e puntano troppo su effetti cinematografici (effetti sonori e trucchi di montaggio) piuttosto che sulla scrittura e la creazione di un’atmosfera realmente angosciante.
The Call 2 mostra il fiato corto, riesumando l’ennesima bambina violentata in vita e vendicativa da morte, l’ennesimo look da viso pallido, occhi assenti, e lunghi capelli neri a celarle il viso, le ennesime movenze aracno-disarticolate.
Forse ancor più inquietante del primo...vedrete l'effetto di vari Murk all'opera...tremate!!!!!
THE CALL (OMONIMIA)Un prete è svegliato nel cuore della notte da una chiamata telefonica, spiccia ma sufficiente a fargli abbandonare le sue stanze nel Vaticano. L'uomo si cala per le strade di Roma, fino ad un assolato capannone dove lo aspetta un terribile scontro con un demone che ha scelto un corpo tutto particolare per manifestarsi: una potente macchina sportiva. Il prete è John Malkovich, e il demone alato sul quale compie il suo esorcismo è una Naomi Campbell di demoniaca bellezza. Da un piano astrale la creatura malefica "possiede" e scatena l'imbizzarrita automobile, costringendo l'uomo di Chiesa a mettere in gioco tutto il suo potere per placarla.
In questo breve ma intenso film di Fuqua si declina in una nuova e affascinante veste l'antico motto di casa Pirelli, e cioè che "la potenza è nulla senza controllo". E non è un paragone di circostanza, perché The Call è un cortometraggio voluto da Pirelli per inaugurare la sua nuova avventura nel cinema con Pirellifilm. The call è uno spot, certo, ma sta ad un normale spot come il Calendario Pirelli sta a quello del salumiere sotto casa: pensato, recitato e girato come un film in piena regola, testimonia una riconfermata attitudine di Pirelli a fare della propria comunicazione vera e propria Arte.
Naomi Campbell, inquietante nelle sue ali nere, è sfuggente in ogni inquadratura: ed è una scelta azzeccata quella di Fuqua di non abusare esplicitamente della fisicità della "pantera nera", ma di lasciarla più immaginare che vedere. John Malkovich al contrario è vivo e presente sulla scena, uomo prima e più che Santo tanto da sembrare una sorta di "Desperado" al fianco di Nostro Signore.
Visivamente perfetto; costruito su un'idea semplice ma originale; recitato con grande stile.
Un film da non perdeer in assoluto con un Erinni perfetta.