| CITAZIONE REGOLAMENTO Lo scopo è quello di scrivere insieme un racconto divertendosi e facendo coesistere vari stili in un unico contesto. Ciascun utente dovrà personalizzare la parte di storia di sua competenza aggiungendo i colpi di scena che preferisce e le situazioni o personaggi che desidera. Non essendo un gdr non bisogna necessariamente interpretare un personaggio, nel senso che una persona al primo turno può descrivere un predator mentre magari nel secondo turno inizia a parlare di un gruppo di umani e così via. Alla fine di ogni post l'utente dovrà indicare un insieme di oggetti o situazioni che l'utente successivo dovrà necessariamente includere nel proprio racconto. Per ovvi motivi pratici ogni post dovrà avere una lunghezza limitata altrimenti l'iniziativa rischia di avere durata breve. Per ragioni di chiarezza ciascun utente dovrà aspettare il proprio turno per postare ma qualora mancasse un utente questo salta il turno. CITAZIONE PARTECIPANTI
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CITAZIONE PREMESSA STORICA La vicenda andrebbe collocata verso la fine dell’Alto Medioevo (900 per intenderci). La società è divisa in oratores(sacerdoti), bellatores(nobili), laboratores(tutto il resto), a camera stagna ovviamente. La borghesia non esiste ancora, solo pochi e isolati ricchi mercanti. Le città sono ancora in decadenza in Europa, in Inghilterra idem, ma solo nei vecchi territori ormai abbandonati dai romani (il sud dell’isola). La vicenda dovrebbe svilupparsi su un feudo. La divisione è netta: castello/palazzo fortezza con foresta privata sul retro, case popolari sul davanti con annessi campi coltivati. Feudi di maggior grandezza riscuotono messi e materiali da più paesi e campagne. I re, quando ci sono, hanno scarsissima o nessuna influenza sui propri nobili, che si fanno guerra tra loro piuttosto spesso. Siamo anche all’alba delle Crociate. La corte è composta da un lord (barone, conte, marchese, duca) con la sua dama(eventuale) e i suoi cavalieri, nobili di minor rango, elite di un esercito composto per la maggior parte da villici armati o da mercenari a seconda dei casi. La corte è anche affollata da messi, servi, ancelle, paggi, maggiordomi, guardie(non cavalieri); solitamente tappezzato con arazzi con raffigurazioni cristiane o battute di caccia, tappeti, mobili di legno pregiato, in netto contrasto con le capanne di legno e fango dei poveri. Non si pensi tuttavia, come a volte accade, ai pomposi e strafarzosi abiti della corte francese settecentesca o di quella inglese vittoriana: nessuno indossa parrucche, le femmine si truccano appena, i maschi per niente, non esistono gonne a ombrello, i merletti sono quasi inesistenti. Gli abiti dei nobili si differenziano da quelli del popolo perché composti da tessuti pregiati, dai colori sgargianti, ma rimangono relativamente semplici, senza fronzoli. Andiamo agli armamenti: la balestra non si è ancora completamente diffusa in Europa, di polvere da sparo neanche a parlarne, non esiste neanche la corazza a piastre completa che verrà inventata agli inizi del 1300. I soldati normali si vestono con corazze di cuoio e solo raramente cotte di maglia, riservate per lo più ai cavalieri, i quali possono permettersi protezioni di cuoio a strati, bluse decorate col proprio stemma, elmi, guanti d’arme, scudi e spade. Da ricordare anche che gli inglesi hanno sempre contrapposto truppe leggere alla pesante e resistente cavalleria francese, facendo largo uso fino al XV secolo della loro arma nazionale: l’arco lungo, uno spaventoso aggeggio alto più di due metri che richiedeva una decina di anni di addestramento. E’ stata recentemente introdotta la spada a una mano e mezza, gli spadoni a due mani non esistono ancora, entreranno in uso a metà del XIV secolo con la decadenza degli scudi e le nuove leghe per le armature. Siamo negli anni di gloria della chiesa cattolica, bigottismo, superstizione e persecuzione regnano sovrani; siamo all’alba dell’era dell’Inquisizione. La medicina si basa sull’influsso delle stelle e filosofia è sinonimo di scienza naturale. In Inghilterra, più distante da Roma, permangono ancora rimasugli della precedente cultura celtica uniti alle influenze vichinghe, tra cui sacrifici rituali di animali e l’aruspicina lasciata dai romani. Tanto per dirne una: il fatto che Re Artù avesse un mago di corte non era un particolare spuntato così dal nulla e molti nobili si affidavano a consiglieri che si diceva possedessero poteri arcani. CITAZIONE PREMESSA MITOLOGICA I draghi in Inghilterra erano notoriamente diversi dagli altri occidentali, in quanto privi di arti e ali, simili a enormi serpenti, se non per le bocche mostruose, le corna ramificate e gli spuntoni lungo la schiena. Essi nascevano come piccoli e molli vermicelli senza occhi, ma dotati di denti acuminati (a differenza degli Alien, erano neri alla nascita e giallastri da adulti, e sempre a differenza degli Alien, rimanevano senza arti). Una delle leggende più conosciute su cui si può imperniare l’inizio del Racconto è questa: il bambino del lord pesca il verme ad un fiume, quando questi lo morde, lo butta nel pozzo, ivi cresce fino a diventare adulto, avvelenando le acque alla sorgente e infine emergendo. Lungi dall’attaccare umani, si limitava a ridurre a distese fangose i campi di grano, seccando le piantagioni con la sua bava velenosa e feriva mortalmente il bestiame, poiché, ghiotto di latte, stritolava le mucche con le sue spire e ne spremeva le mammelle con le fauci. Si potrebbe utilizzare questo evento come ossatura, ovvero: questo è ciò che è pervenuto a noi, ma in realtà non si potrebbe credere che i draghi, la cui descrizione è distorta dal passare del tempo, non fossero xenomorfi? Ovviamente no, ma facciamo finta. Per un motivo qualsiasi un uovo è finito in Galles (verdi vallate, rigidi inverni, alte scogliere eccetera eccetera), viene casualmente trovato e ha inizio la “pestilenza” con gli svariati tentativi, sensati o meno, di lord e consiglieri di mettere tutto a posto. Considerato il periodo storico, direi che un Alien (niente regine o predalien) è più che sufficiente e, se proprio bisogna far apparire i Predator, che sia nell’epilogo e non come cacciatori. Considerato l’inizio, l’elemento del tossico e l’affinità con l’acqua, suggerirei anche di far nascere l’Alien da qualcosa di nuovo, magari che lo renda anfibio, oppure da una mucca e fare un Runner. CITAZIONE SCHEDA PERSONAGGI
Georg - astrologo (vivo) Dietrich - allievo di Georg e amante di Elisandra McFinn (vivo) Drach (Corvo di Brenville) - alchimista (?) Orlando - aiutante improvisato di Drach (vivo) padre Armand - priore del monastero della contea (vivo)
Bartolomeo - biandante (morto) Wolfrick - oste (vivo)
Trevon McFinn - conte (vivo) Lorrain McFinn - terza figlia del conte (viva) Elisandra McFinn - primogenita del conte (viva) sir Alan - attendente del conte (vivo)
CITAZIONE
INIZIO RACCONTO Georg, il vecchio astrologo, aveva previsto che quella notte numerose comete avrebbero attraversato il nero cielo stellato. La neve aveva continuato a cadere imperterrita per tutto il giorno, annunciando l’inizio di un rigido inverno e gli allievi di Georg avevano pregato e scongiurato in ogni momento di libertà dai loro studi affinché quella sera l’aere sopra le loro teste fosse sgombro. Fortunatamente per loro fu così. Assiepati sugli spalti della vecchia e cadente torre ovest, si stiracchiarono nei loro pastrani, mettendo mano a pergamene e strumentazione.
Wolfrick, l’oste del paese, aveva disposto i tavoli della taverna all’aperto, fatto accendere un fuoco dai suoi famigli e trasportato alcune botti del suo vino migliore, trovandosi pronto all’arrivo dai campi degli esausti contadini.
Il Conte Trevon McFinn, avvisato per tempo dall’astrologo, aveva fatto allestire un’intera balconata del castello, racchiudendola in una gabbia di legno e tessuti, in modo da poter guardare lo spettacolo al caldo, seduto in poltrona, insieme alle sue cinque figlie.
Drach sollevò lo sguardo dal bancone ingombro di ampolle e pergamene e osservò il cielo brontolando raucamente, nella sua vecchia e cadente capanna al limitare del feudo. “Idioti...” Non per niente era chiamato il Corvo di Brenville.
Gli occhi di tutti si sollevarono, quando le prime scie iniziarono a tagliare il nero manto notturno, trattenendo il respiro.
Lo yaut’ja fuggitivo controllò la strumentazione: la nave madre si stava avvicinando, presto sarebbe stato tracciato. No, non sarebbe tornato in stasi. Un fascio di comete! Era la sua occasione per seminarli. Pilotò la piccola astronave nella scia ghiacciata, inoltrandosi verso la testa. La nave madre era ancora sullo schermo, stava rallentando. Non l’avevano trovato. Doveva rimanere nascosto nella scia finché non se ne fosse andata. Era ferma. Stavano scandagliando il settore, ma lui era al sicuro, giusto? Guardò dietro di sé il cilindro di vetro in cui era contenuto l’uovo, ne avrebbe fatto volentieri a meno; sicuramente era stato lasciato lì per caso. Quanto ancora doveva aspettare? “Crrrr..” I valori cambiavano, la nave vibrava.. era rimasto troppo a lungo, stava andando in avaria. Lo yaut’ja provò disperatamente a rimettere in sesto i motori e a distaccarsi, anche a costo di essere intercettato, ma i comandi non rispondevano più.
Alcuni contadini fuori dell’osteria, aprirono lentamente la bocca e sbatterono più volte le palpebre.
Lord Trevon si alzò e andò ad affacciarsi alla balaustra del balcone.
Drach inarcò un sopracciglio e poggiò il coperchio sul calderone, rimanendo immobile.
Georg si strinse la mano al petto, annaspando, mentre l’enorme masso infuocato precipitava roboante verso la terra, lasciando una nera scia di fumo dietro di sé. La nave si schiantò nel fiume Yain, a poche miglia di distanza dalla città, provocando un’onda d’urto talmente forte da staccare le impalcature del balcone e i tavoli dell’osteria.
Il cilindro arroventato schizzò via nell’esplosione e, a contatto con l’acqua gelida del fiume ghiacciato, si spaccò, lasciando scivolare lentamente il suo contenuto nell’oscurità.
Edited by Sìlfae - 25/8/2010, 19:59
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