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| Dieci e lode. Il film che ha descritto meglio l'estetica del buio e la capacità di intimorire degli spazi siderali. Visivamente è quanto di meglio il genere abbia mai sfornato, grazie alla realizzazione Scottiana certosina e ad una fotografia piena e raffinata. All'impatto visivo contribuiscono le ambientazioni all'interno dell'enorme astronave Nostromo e i sorprendenti effetti speciali (prima fra tutti la testa meccanica del compianto Carlo Rambaldi) che hanno dato vita alla metafisica opera d'arte aliena del geniale Hans Ruedi Giger. Le atmosfere industriali, la tensione palpabile, il senso continuo di opprimente, claustrofobica disperazione si trovano solo in questa pellicola. Sonoro eccezionale, un silenzio continuo ed avvolgente colorato dalla colonna sonora straniante e pronto ad accendersi di furore grazie agli effetti sonori presenti e ben orchestrati. Cast eccezionale ed irripetibile per quanto ridotto, una schiera di caratteristi più o meno celebri tutti più o meno su livelli di rara eccellenza interpretativa che circondano la star Sigourney Weaver, prima eroina donna del cinema di genere e maledettamente brava nonostante la giovane età. La carica sessuale e filosofica del film è potente, ambigua e mai più sarà tanto evidente ed originale. La geniale intuizione di fondere i "mostri dallo spazio" con l'horror e il thriller più raffinati hanno dato vita ad una bizzarra ed intensa casa dei fantasmi nello spazio, tutta anfratti e terribili scoperte. Al servizio del tutto una sceneggiatura impeccabile e pungente.
Al suo secondo film, Scott può già definirsi uno dei registi più importanti della decade. Ma non si fermerà agli anni 70.
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