| Eh. Bella domanda. Come chiedere "cibo o acqua?" "Hendrix o Morrison?" "Poe o Lovecraft?" ecc.
Sono i due slanci iniziatici della letteratura occidentale tutta. Il riassunto delle sfumature dell'eroismo. Due punti di vista radicalmente diversi, e di pari fascino, sulla vita e sui suoi punti di importanza e non. Nonché il culmine del potere immaginifico ed epico della letteratura greca. E sbaglia chi (superficialmente) riduce l'Iliade ai fatti guerreschi della guerra di Troia. Il fulcro del poema è l'ira di Achille, punto. Il mortale che sceglie la gloria sulla longevità, la sua faida con Agamennone, l'ostinazione alla negazione, l'amicizia con Patroclo che sfocia nell'attrazione, il capriccio che lo avvicina agli dèi più di ogni facoltà bellica o venatoria, la ferocia (quella sì terrena) con sfoga la rabbia su Ettore. E la riappacificazione tra lui e un personaggio quasi altrettanto provato e tragico come il vecchio Priamo. Achille (come il fin troppo umano Ettore) non ha assolutamente nulla da invidiare in profondità al machiavellico re Itacese protagonista dell'Odissea. L'archetipo della curiosità. Della malizia. Della lotta per la sopravvivenza in un mondo ostile, lui, che porta un nome che (dal verbo greco Odùssomai) significa "colui che è odiato", ma anche "colui che odia". Odisseo il sovrano, il mendico, il consigliere, il cantore. E in entrambi i poemi epìteti, formularità indimenticabili, pezzi di inarrivabile poesia, personaggi-fenotipo entrati tutti nella leggenda, anche l'orrido Tersite la cui massima fonte di piacere è ingiuriare (maldicente!) chi ha più gloria di lui. Violenza elegante e insopportabile, estetica coccolata al limite del morboso. Certamente l'uomo pratico e scaltro, ma anche il cultore dell'ingegno, così come l'adepto del fantastico, darà la sua preferenza all'Odissea, così matura, così saggia, così attuale rispetto al poema gemello che pure, nei millenni, la precede di appena venti-venticinque anni. Ma nulla sarà mai tanto viscerale, disperato e potente come l'Iliade. Al di sopra di tutto e tutti, nei due poemi, vegliano gli Dèi Olimpi. Burattinai, certo, ma alla fin fine solo spettatori di azioni di cui forse invidiano la perfetta finitezza.
Uno dei più bei sondaggi del forum, Ippo, ma senza una vera soluzione.
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