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Piccola riflessione sulla letteratura fantasy

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Aesìr
view post Posted on 29/9/2014, 16:04




Si tratta di un pensiero che mi è venuto un po' di tempo fa. Non voglio offendere nessuno con questo testo, insinundo che perde tempo a leggere o cose del genere. Si tratta di un'opinione personale, e io stesso leggo parecchi di questi romanzi in più di quanti non dovrei. Specifico anche che mi riferisco con la parola "fantasy" ai libri chiaramente etichettati come tali, e non quelli avvicinabili, come "Alice nel Paese delle Meraviglie" o "Il Paradiso Perduto"

Tempo fa mi chiedevo, con tutti i libri fantasy che ho letto, perchè nella mia lista dei lihri migliori, quelli "che tutti dovrebbero leggere" non ci sia neanche un fantasy. Risposta, perchè, credo, il capolavoro fantasy non esiste. Se la letteratura fantasy sparisse da un giorno all'altro, certo, sarebbe un impoverimento, perchè ritengo che ogni libro arricchisca in qualche modo chi lo legge (tranne Cinquanta sfumature di grigio e Twilight) , ma non sarebbe una grave perdita, perchè, seriamente, il fantasy è favolette. Lo leggo anch'io, e parecchio, non voglio offendere i lettori, però a tutt'oggi ho trovato pochi, pochissimi romanzi fantasy che mi abbiano dato insegnamenti, mi abbiano fatto riflettere e mi abbiano portato a pensare - li conto sulle dita di una mano. Questo perchè trovo che il fantasy, nella sua ripetività, sia solo un sottogenere della fantascienza. Prendiamo tre romanzi fantasy a casaccio e ci imbatteremo in storie che seguono fili comuni - fin troppo - troveremo punti di contatto, legami e alla fine arriveremo anche a predire, nella stragrande maggioranza dei casi, il finale. Il fantasy è nato come sottogenere della fantascienza, ma i romanzi di fantascienza ben scritti hanno qualcosa che al fantasy manca: trovi un soldato che ti parla della guerra in Vietnam quando non si poteva acennare liberamente all'argomento (Starship Troopers), trovi riflessioni su cosa renda realmente umano un uomo (Ma gli androidi sognano pecore elettriche?), trovi immagini di futuri che in realtà sono metafore del nostro presente (1984, Farenheit 451, Brave new world), riflessioni sul nostro rapporto con il diverso (La sentinella)... Anche aprendo una semplice raccolta, una delle vetuste "Isaac Asimov's Best of SF", per intendersi, trovo idee migliori di quelle di tutta la mia biblioteca di fantasy. Forse che gli scrittori di SF scrivano generalmente meglio di quelli di fantasy? Potrebbe essere. Dopotutto, credo che anche "Il Signore degli Anelli" abbia solo avuto la fortuna di invecchiare bene: film che all'epoca in cui sono usciti erano poco più che B-movie (Lo squalo, Terminator, Conan il barbaro, Predator...) adesso sono dei cult dei rispettivi generi, e lo stesso è successo ai libri di Emilio Salgari, ad esempio: denigrati all'epoca, adesso sono nelle antologie scolastiche (tuttavia Salgari, almeno per me, ha un modo di trascinare il lettore in ciò che scrive che porta ad ignorare la sua occasionale superficialità o gli errori o le situazioni ripetute, e questa è una cosa che manca ai libri fantasy). Non trovo niente di così speciale in Tolkien, sinceramente e, se dovessi regalare a qualcuno un libro per dirgli qualcosa, non sarebbe un fantasy. Forse, dato che molti romanzi fantasy offrono "cronistorie inventate" di qualche genere, il fantasy si potrebbe avvicinare al genere storico, ma se in un romanzo storico si presume che l'autore si sia documentato, quindi, chessò, in un romanzo ambientato nella Venezia del 1500 imparerei chi era il doge in quegli anni, come vivevano le persone, che merci importavano, le battaglie che hanno combattuto, in un fantasy non c'è niente del genere. Cosa resta, allora? Sì, qualche fantasy che "fa pensare" c'è, ma sono pochi, troppo pochi. Quanti conoscono "Le Cronache del Grande Regno" di Dorota Terakowska, ad esempio? "Le Cronache di Narnia" sono un altro esempio, più noto, ma la sproporzione resta comunque troppo grande.
 
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Aesìr
view post Posted on 7/10/2014, 14:56




http://www.pennematte.it/2014/10/difendere...kien-wu-ming-4/

CITAZIONE
Il titolo parla chiaro: in questo libro, la penna e l’intelletto sono usati come armi più che di difesa, di attacco per sbaragliare la schiera di intellettuali spocchiosi che ancora parlano dell’opera di J. R. R. Tolkien (autore del Signore degli anelli) e del genere fantasy, come di letteratura di seconda categoria.

A me sinceramente infastidisce molto di più che certa gente osi paragonarmelo a titoli come I Miserabili. Com'è che su Internet puoi permetterti di dire "I Promessi Sposi, La coscienza di Zeno, Delitto e castigo, eccetera fanno schifo", cosa buona e giusta perchè è diritto di ognuno non gradire un'opera, e allo stesso tempo Il Signore degli Anelli non si può toccare, perchè altrimenti non capisci niente? Tutti questi (e molti altri) sono romanzi che ridono in faccia a Tolkien per come sono scritti e per la loro importanza, ma dato che (giustamente) vengono fatti leggere a scuola "fa skifo!!!11". Fanno schifo questi pareri, e il solo fatto che un'opera del genere venga elevata così la dice lunga sulla concezione della letteratura. Non sto insultando i fan di Tolkien, liberissimi di gradire il libro, ma preferirei restassero al loro posto abbandonando le pretese di nobilitarlo.

CITAZIONE
Da qualche tempo la critica inizia a dare segnali di apertura nei confronti di un autore che è di fatto un classico del Novecento ma per cinquant’anni è stato snobbato

E' stato messo al suo posto, ossia, fra i romanzi suoi simili. Io sono cresciuto fra Emilio Salgari e Jack London, eppure non pretendo che siano pilastri della letteratura, anzhe se, per l'influenza che hanno avuto, accredito al primo - in ambito italiano, s'intende - un'importanza sicuramente maggiore. Forse Salgari non ha
CITAZIONE
curato maniacalmente i dettagli visivi del suo mondo fantastico

ma un sacco di italiani, soprattutto negli anni passati, sono cresciuti con lui. Senza bisogno di paragonarlo a Manzoni e giù di lì.

CITAZIONE
In un romanzo come Il Signore degli Anelli si può trovare una riflessione narrativa sul male, sul tempo, sul potere, sulla morte, sul coraggio… Ed è una riflessione tutt’altro che banale.

No, solo servita in tutte le salse possibili e immaginabili ancora prima di lui. Come se ne fosse l'inventore.

CITAZIONE
Tutti gli autori che tentano la via del fantasy sono in qualche misura debitori di Tolkien e gli italiani non fanno eccezione.

Veniva scritto fantasy prima di lui. Howard, Eddison e altri, e le radici del genere affondano nell'epica classica e cavalleresca e nei racconti popolari, oltre che nella Bibbia. Forse che non posso leggere come un fantasy (eccetto che accanto a loro sa di insulto) la Pharsalia o L'Orlando Furioso?

CITAZIONE
Non è tanto che non si possano azzardare previsioni sul futuro della tecnologia, è che non si riesce più ad azzardare alcuna previsione. La fantascienza è in crisi non per colpa del fantasy, ma perché è finita ogni idea di futuro che non sia una distopia fin troppo realistica

Crisissima, cavoli, tant'è che Urania Fantasy ha chiuso i battenti anni fa, mentre la versione fantascientifica continua a pubblicare a pieno ritmo. Chiunque affermi è finita ogni idea di futuro che non sia una distopia fin troppo ha bisogno di leggersi un po' di fantascienza recente, invece di limitarsi a guardare i libri messi in evidenza in libreria.

CITAZIONE
Tolkien, che non era affatto interessato alla critica sociale, a chi gli imputava di scrivere romanzi d’evasione rispondeva che questa era un’accusa da “secondini”, e che l’istinto di evadere dalla realtà che ci circonda non è affatto negativo.

Non è negativo, ma non ne deriva nemmeno nulla di davvero importante. Tutta la letteratura di evasione potrebbe sparire e ne nascerebbe altra dalle sue ceneri (pur con i rimpianti che anch'io avrei), mentre se si vanno a toccare i pilastri ne va della cultura stessa dell'uomo. Non si può certo metterla allo stesso livello.
 
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view post Posted on 7/10/2014, 18:27
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Ammetto di non essere appassionato di lettura narrativa (sapete... ZZZZzzzzZZZZ... ma mi fermo qui), però se c'è un genere che leggo volentieri è la fantascienza/fantasy (con tutte le sfaccettature possibili). Perché? Perchè sono in grado di portarmi in un mondo diverso dal mio, con regole e caratteristiche diverse, con una sua coerenza narrativa e stilistica, e questa cosa mi fa semplicemente impazzire.
Faccio un paragone coi videogame (che in un topic di letteratura non dovrebbe nemmeno esserci, concedimelo Aesìr): io snobbo sempre i giochi tipo GTA, Max Payne o Battlefield (per prenderne 3 a caso). Il motivo? Sono fin troppo simili a una realtà che conosco e che vivo sulla pelle quotidianamente. Per carità, non è che ogni giorno vado in guerra oh, ma si tratta di un contesto fin troppo normale e vicino alla realtà, e quindi per me diventa quasi uno spreco di tempo giocare a titoli che non mi danno nulla di nuovo in questi termini.
Stessa cosa coi libri. Si, ok, certi scrittori sono bravi quanto vuoi, ma se mi fanno una storia di un muratore che ogni giorno va a lavorare in cantiere e mi racconti un anno di quella vita... Beh, fatto bene e introspettivo quanto vuoi, ma probabilmente non leggerei più di due capitoli.
Invece appena un testo crea con se un universo, o un contesto, giusto per fare un po' meno i nerds, DIVERSO (ripeto, narrativamente e stilisticamente) dal mio, allora le probabilità che la lettura mi prenda sono maggiori.
In questi post ti sei molto soffermato sul Signore degli Anelli, considerandolo un'opera sopravvalutata (o almeno io così ho capito). Non so cosa dirti, perché non l'ho letto. A dire il vero, non ho mai letto un romanzo fantasy in vita mia (salvo le cose per i "più piccini", che risalgono alla mia tenera età) e penso che ISDA possa essere un buon punto di partenza vista la sua fama e l'impatto che ha avuto sulla nostra cultura.
Tu stesso hai detto "Se dovessi consigliare un libro a qualcuno, certamente non sarebbe un fantasy" allora io ti chiedo, secondo te, quali fantasy meritano veramente di essere letti? Hai citato dei nomi, ma vorrei sapere i tuoi preferiti.
 
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Aesìr
view post Posted on 7/10/2014, 19:34




Allora, i fantasy che apprezzo più di tutti non sono quelli convenzionali. Nel senso che non ci troverai elfi, orchi e simili. E non sono esattamente i romanzi che consiglierei per iniziare a leggere questo genere.

A parità ci sono Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley e Il dardo e la rosa di Jacqueline Carey. Entrambi sono romanzi che si focalizzano molto sulla figura del (della, per la precisione) protagonista, dipingendola con grande abilità. Tratto in comune con i "grandi" che ho citato sopra (e sono solo alcuni dei libri "importanti) e che in Tolkien ho sinceramente trovato un po' carente: i suoi personaggi, salvo qualche eccezione, o sono buoni o sono cattivi, e un buono mai e poi mai si comporterebbe da cattivo. Comunque, il primo libro è ambientato nel ciclo arturiano. Fra le varie riprese di questo tema (trattato da moltissimi autori) è quella che preferisco: si focalizza sulla figura di Morgana, che quando "ti racconto la storia di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda" passa spesso solo come antagonista. Qui è davvero resa magnificamente. Bisogna conoscere un po' il modo di pensare della Zimmer Bradley per capirlo davvero, ma alcune parti sono davvero profonde (contiene ad esempio alcune riflessioni sulle religioni, di come quando è minoritaria una religione sia tollerante, per iniziare a fare "la voce grossa" quando aumenta di numero).
Il secondo sembra storia alternativa, ma con parecchi elementi fantastici. La cartina geografica è quella dell'Europa, con qualche alterazione. Quando ho iniziato a leggerlo ho pensato "Ma cos'è questa roba?"... perchè all'inizio sembra davvero una versione fantasy di "Cinquanta sfumature di grigio". Poi cambia del tutto, e quando ti rendi conto che ti ha propinato una serie di clichè abbastanza noti, ormai l'hai finito.Anche qui una bella storia e qualche messaggio che, venisse ascoltato, il mondo sarebbe un posto migliore ("Ama a tuo piacimento").
Poi, ma qui cambiamo totalmente impianto, vengono romanzi molto più leggeri: uno è la serie Covenant di Ari Marmell (Thief's Covenant, False Covenant, Lost Covenant, Covenant's End) All'inizio mi ci sono avvicinato per la mia passione per il personaggio "ladro" nel fantasy (tradizion gdristica mia), ma sono romanzi davvero divertenti. In particolare ho gradito com l'autore sia riuscito a tenere a livello di Young Adult (che è il target del romanzo) una storia, nel secondo libro, che potenzialmente è una sorta di It (romanzo horror di Stephen King). Non è affatto facile come sembra. La ragazza protagonista ha una caratteristica molto particolare che farebbe piacere anche a me :) Peccato che probabilmente in Italiano non arriveranno mai. Sono ambientati in una specie di Settecento, ci sono armi da fuoco e stocchi.
Poi vengono i romanzi di Walter Moers, più umoristici: tra tutti, Rumo e i prodigi nell'oscurità e La città dei libri sognanti. Il primo è una parodia del fantasy eroico, quello di Conan il Barbaro, per capirsi: il protagonista è sì capace nel combattimento, sbaraglia tutti, ma non sa fare altro, a parte intagliare il legno (es: non riesce neanche a parlare con una ragazza), ha una spada parlante (che si autodefinisce tale, mentre chiunque altro, lui compreso, la ritiene un coltello da formaggiaio) ma non serve a molto, ecc ecc. Molto divertente. L'altro libro, invece, è sì un fantasy, ma insolito, dato che per protagonista ha uno scrittore alla ricerca dell'autore di un manoscritto (dallo stile perfetto) trovato nell'eredità di un parente. Fra tutte le cose che gli capitano, insegna qualcosa su come si scrive, ed è stato piuttosto importante per me. Non che ci si aspetti di leggerlo e di saper scrivere, ma un paio di consigli che ha dato valevano di più di molti manuali di scrittura creativa. Finale un po' triste. Li trovi entrambi in italiano (Salani)
Poi c'è un'accozzaglia di racconti riuniti sotto il nome di "Sword and Sorceress", una raccolta di fantasy al femminile curata da Marion Zimmer Bradley: non condivido tutto ciò che dice quella donna, ma il suo essere critica è d'aiuto, dato che molti di essi sono superiori a gran parte della roba che si trova in commercio. Peccato siano quasi introvabili in italiano.
Segue la saga di Geralt di Rivia scritta da Andrej Sapkowski... Geralt lo conosci, e mi sono piaciuti in maniera particolare i primi libri, che capovolgono le fiabe classiche inserendovi dentro un certo witcher. E' un fantasy piuttosto maturo, pieno di riflessioni sulla diversità e come un essere che dovrebbe essere una macchina per uccidere mostri sia in realtà molto più umano della gente che incontra.
E' più leggero il Ciclo di Conan di Howard, sono partito a leggerlo con un po' di pregiudizio, aspettandomi di trovare il solito guerriero rozzo, invece mi ha sorpreso. Niente di impegnato, eh, ma una lettura piacevole.

Gli ultimi te li consiglio, per cominciare, Conan, dato che per la sua struttura a racconti brevi è semplice da leggere (puoi leggerne uno, mettere giù il libro, ripendere in altro momento, ecc), anche se un po' difficile da trovare. Prova in biblioteca, coem anche per le raccolte Sword and Sorceress (trovi l'elenco digitando Marion Zimmer Bradley su Wikipedia), essendo appunto antologie sono racconti brevi e slegati che non dovrebbero darti problemi. I primi due libri di Sapkowski, Il guardiano degli innocenti e La spada del destino, sono sempre divisi in episodi, e quando li hai finiti hai capito se l'autore ti piace o no. Rumo e i prodigi nell'oscurità è un libro divertente e leggero, scritto per ragazzi, quindi scorre in fretta, La città dei libri sognanti è invece più lenta ad ingranare.
 
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view post Posted on 7/10/2014, 20:05
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Ok, sono interessatissimo a Conan e allo strigo... Pure quelli della Zimmer mi ispirano, in particolare le Nebbie di Avalon (mi piace molto il fantasy che è solo medioevo con qualche nota fantasiosa).
Grazie mille per il post esaustivo! :)
 
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Aesìr
view post Posted on 7/10/2014, 20:17




In "Le nebbie di Avalon" c'è un po' di magia, a dirla tutta, ma non è predominante, ad esempio, a volte vengono usate "arti apprese ad Avalon", ma spesso si rivelano erbe o funghi, mentre quest'isola, Avalon, è in mezzo alla nebbia e solo una sacerdotessa (o chi conosce la strada) la può raggiungere, altrimenti si giunge sempre all'Isola dei Preti che sorge nello stesso luogo ma in una sorta di continum spaziotemporale diverso (difficile da spiegare, capisci leggendo). Ti avverto però che è un po' lungo e postresti trovarlo noioso, inizia magari dagli altri :)
 
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view post Posted on 7/10/2014, 20:41
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Capisco... grazie mille!
 
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Aesìr
view post Posted on 7/10/2014, 20:42




Figurati, è stato un piacere.
 
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view post Posted on 7/10/2014, 21:27




In merito alla riflessione ti do assolutamente ragione. Io, a differenze di molti di voi, non amo il fantasy. Ho letto diversi libri quando ero più giovane ma non mi hai preso come la fantascienza. L'ho sempre trovato troppo fantasioso, troppo privo di senso. La fantascienza non può prendersi certe libertà, se si scrive qualcosa di futuristico ma impossibile a livello fisico/tecnologico il romanzo viene bollato come "scritto da un autore che non sapeva di quello che parlava ( Vedi Monnalisa cyberpunk). Nonostante alcuni autori si siano presi parecchie licenze si nota il grosso filtro che c'è dietro. Nel fantasy questo filtro non esiste. Spero di essermi spiegato bene; non tolgo nulla al fantasy ma rimane due gradini sotto la fantascienza.
 
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view post Posted on 8/10/2014, 16:08
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Eccomi Aesìr, scusa il ritardo!

La riflessione è interessante. Ovvio, il fantasy è un genere che (specie negli ultimi 20 - 30 anni) ha progressivamente ceduto alla commercializzazione, ma senza mai avere (e per ragioni ben precise) la possibilità di essere una "serpe in seno". Per questo, in realtà, anche io come te non ricordo nulla di davvero memorabile che appartenga alla letteratura fantasy.
La fantascienza e il racconto dell'orrore hanno naturalmente in se' il seme provocatorio e corrosivo della contestazione e/o spietata analisi dell'oggetto in esame. Da questo deriva non solo la loro capacità di fare luce sul tempo presente, ma anche la spaventosa portata emotiva che il miglior gotico e la migliore fantascienza dimostrano attraverso innumerevoli esempi.

Per quanto riguarda il fantasy (adesso) detto "classico", con elfi draghi e stregoni, com'è ovvio il nome fa a cazzotti col contenuto. Una volta stabiliti i canoni, le trame tipo (grazie all'influenza di alcuni grandi nomi), il fantasy è libero quanto il noir o il western, generi limitatissimi nella loro dimensione spaziale e (un po' meno nel primo caso) anche temporale. Il più grosso rimpianto quindi è quello di un fantasy etimologicamente veritiero, in cui a stabilire il genere d'appartenenza fosse proprio l'assoluta mancanza di vincoli.

Questo non sarebbe comunque un problema. Un novizio del cinema si stupirebbe di quante decine di declinazioni stilistiche, morali ed emozionali possa avere il western. Faccio il paragone col cinema perché torna comodissimo nella definizione dei generi e perché, banalmente, me ne intendo di più.
Il problema del fantasy è che oltre ad aver naturalmente subito una standardizzazione di ambientazioni, personaggi e trame (il noir ha la metropoli, l'eroe umano e la tragedia, il western la prateria, pistoleri e banditi e la vendetta o la ricerca), è un caso credo unico di standardizzazione della morale. Intendiamoci, rifacendosi a precise realtà, non è che gli altri generi non possiedano un fondo di predeterminazione, ma la libertà è davvero assoluta. Il fantasy moderno pare che non riesca ad uscire dal banale manicheismo. E in gran parte è colpa di Tolkien. Che fu un eccellente scrittore (non un genio dal mio punto di vista, Jack London si), ma, se non in termini di valore artistico, in termini di evoluzione di un genere ha fatto molto più male che bene al fantasy, proiettando un'ombra tanto ingombrante.
 
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Aesìr
view post Posted on 8/10/2014, 17:50




Il fantasy classico tende a ripiegarsi su se stesso, purtroppo. Ho visto rare eccezioni, di solito in opere provenienti da tradizioni diverse da quella europea occidentale (vedi Spakowski), e in questo ambito e quasi solo nei racconti brevi raccolti dalla Zimmer Bradley, ma lì stiamo parlando di una che rifiuta qualunque cosa sia sotto il suo livello di "eccellente", che è piuttosto elevato. Più ci si allontana dal fantasy classico più la trama diventa difficile da prevedere e originale (vedi ad esempio i testi che ho citato a Space, ignorando quelli umoristici, dato che la parodia riprende ovviamente i clichè). Non è una regola generale, ma l'ho trovata abbastanza valida.

@Arche: sulla superiorità della fantascienza, ti faccio un esempio calzante: c'è la pretesa, oggigiorno, di considerare George (letterine varie) Martin il più grande scrittore fantasy dopo Tolkien. Sono in molti a sostenerlo. Io avrei parecchio da ridire su entrambi, ma lasciamo perdere. Il signor Martin ha scritto anche fantascienza, ma, t'assicuro, se vai a dire che è il miglior scrittore di fantascienza ti ridono in faccia. Al massimo è mediocre. Quindi un autore scrive così così in un genere e splendidamente in un altro? Non è forse che in uno mancano i termini di paragone e nell'altro ci sono? Comunque, io ritengo che alcuni romanzi di fantascienza, non so se li hai letti, si avvicinino molto al fantasy: Dune di F.Herbert, o il ciclo dei Fabbricanti di universi di P.J.Farmer. Li conosci?
 
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view post Posted on 8/10/2014, 17:56
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Però Re della sabbia è un ottimo fantahorror. Forse lo preferisco come narratore di storie dell'orrore. Comunque anche lui sopravvalutato, concordo.
 
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Aesìr
view post Posted on 8/10/2014, 18:24




L'ho letto, e non mi ha convinto granchè. Meglio della sua saga fantasy, ma questo non è dire molto, dato che ne ho un parere estremamente scarso. Sull'orrore, per me è difficile che qualcuno si avvicini a Lovecraft e Poe, ne ho cercati tanti, ma nessuno regge il paragone. Anche Stephen King mostra dopo un po' una certa ripetività e smette di fare effetto. Mentre c'è qualcosa nei racconti di Poe e Lovecraft capace di inquietare sempre e comunque.
 
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view post Posted on 8/10/2014, 18:27
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Beh, per me nemmeno il genio di Lovecraft regge il confronto con Poe. Certo è che ha saputo tirare fuori delle cose incredibili.
 
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Aesìr
view post Posted on 8/10/2014, 19:02




Sinceramente, a me ha fatto più impressione Lovecraft. Che non sono ancora riuscito a finire di leggere, pur avendo la libreria piena di "Tutti i racconti anni tale e talaltro" "I miti di Cthulhu" "Necronomicon" e simili ci sono racconti che continuano ad eludermi. O meglio, gran parte li ho letti, ma in biblioteca, e dovrei rileggerli almeno due o tre volte. Tornando all'argomento, dato che credo che l'horror sia in gran parte toccare i tasti giusti nelle persone, probabilmente siamo impressionati da cose diverse.
 
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43 replies since 29/9/2014, 16:04   797 views
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