| Capitolo 1: La morte sopra ogni cosa
“Ti ricordi le grida? La disperazione nelle strade?” prendo a dire dopo un misurato, sofferto silenzio.
“Sì, mi ricordo, ma non capisco perchè tu mi abbia riattivato solo per dirmi questo.” risponde lei, Cora, la mia musa. La donna che mi fa vivere questi giorni cercando di non lasciarmi in preda ai rimpianti per un mondo che non c'è più.
C'è da avere pazienza con me, in questi giorni bui, e trovo che lei sia la persona giusta, se così posso definirla.
Cora non è una donna, è un robot inizialmente costruito per mere esigenze sessuali o azioni offensive contro quegli stronzi alieni che in questo momento ci accerchiano.
Io però, fin da quando è cominciato tutto questo schifo che ci ha portati nello squallido buco dove siamo ora, ho sempre trovato in lei qualcosa in più. E' diversa da un androide come lo si intende solitamente.
Non è una scimmia e nemmeno ha manie di protagonismo. I miei compagni mi sbeffeggiavano, per non dire del mio capo, mi sbeffeggiavano sempre quando cercavo di elogiarla.
Ricordo per quanti minuti ho picchiato Clifford quando ha cercato di abusare di lei, definendola in modo turpe come un oggetto da utilizzare e poi gettare.
Ricordo il suo sguardo quando lasciai che quel bastardo di Peterson venisse sottomesso dagli xenomorfi. Cora finse di avercela con me ma in realtà era felice, felice del fatto che per una volta le avevo dimostrato il mio apprezzamento per lei. Cosa che non mi riesce facilmente a parole, sono sempre stato un tipo abbastanza ombroso e taciturno.
Mi sporgo sopra il suo corpo mezzo addormentato e le chiedo scusa, lei mi sorride.
“Sono i miei sfoghi notturni, lo sai, devi capirmi. Mi conosci. Con loro potevo fare di più, non siamo riusciti a salvare quasi niente del mondo che ci apparteneva.”
Cora mi lancia un bacio quando mi allontano dal letto che lei occupava del tutto con il suo corpo scultoreo, muscoloso, ma aggraziato.
“Vado fuori, cara mia. Mi sono rotto dei versi qua fuori, non la smettono... quei maledetti.” sbotto.
“Sicuro? Devo farti compagnia? Non ti biasimo ma non vorrei che tu rischiassi troppo. Saranno in tre o quattro. Indossa quella magari.” mi dice Cora, facendomi l'occhiolino, cercando poi di simulare uno sbadiglio. O una parodia di esso.
D'accordo, faccio quel che dice lei. Quella tuta insozzata di chissà cosa, adagiata da giorni sul tavolo vicino al piano cottura. Simulacro di un tempo andato, morto.
Quella tuta è quella che indossavo quando cercavo di fare qualcosa di utile, quella cosa in cui io e gli altri abbiamo fallito. Salvare la Terra.
Degli Earth Defenders, squadra armata in caso di attacchi di xeno, non siamo rimasti che io e Cora.
Due individui che si sforzano di andare avanti e di trovare uno scopo. Io l'ho trovato, il mio. Cora non è convinta al 100% ma ha voluto seguirmi. Distruggerò il pianeta alieno e i loro avamposti. E lei ha promesso di darmi una mano se serve.
Ci troviamo in un'astronave non troppo spaziosa, faceva da veicolo di supporto alla Olygarch, la Mother Base mobile degli Earth Defenders.
Quando quei maledetti hanno distrutto la Terra, lasciando le briciole...la Olygarch è saltata in aria e Cora ha potuto a malapena sbloccare questa topaia per scappare al disastro totale.
Sono morti tutti, l'intera popolazione è sprofondata nella paura e nell'oblio della morte. Un oblio fatto di sofferenza e soffocante buio.
Cora mi interrompe dai sui pensieri, se sapesse che ho intenzione di rivangare con lei tutto il recente passato, tutti gli incubi...forse mi ucciderebbe.
O mi abbraccerebbe. Non importa. La sto guardando socchiudendo gli occhi, devo andare a far fuori quegli schifosi mostri che popolano i miei sogni da anni.
“Jasper, uccidili per me. Tu staccami, adesso, sono stanca. So che vuoi parlarmi ma lo facciamo domani se non ti dispiace.”
Io acconsento e le stacco i cavi che la collegano al letto.
Sospiro e mi accingo a fare quello che devo.
Indosso la tuta e comincio a piangere.
Clayton, Sonia, Barbara, Phil, Jackson, quel figlio di puttana di Clifford, il mio capo Jackie...tutti andati.
La squadra che ha deciso in soli due giorni di salvare il mondo è andata a morire sotto le grinfie dei demoni, sotto il loro sangue malato e letale, sotto i loro arti taglienti. Le loro code micidiali. Li odio.
Li odio anche di più quando apro il portello d'ingresso e ne vedo uno che si prepara a saltarmi addosso. I loro sibili non mi spaventano, ma i loro movimenti sì.
Ne falcio uno con una raffica del mio fucile a impulsi, quasi impreco ricordando che non ho preso le armi di Cora dalla sua borsa.
Altri due fanno di tutto per accerchiarmi, evito per un pelo che mi prendino. Quasi mi lascio andare al terrore quando ne vedo altri in lontananza. Mi raggiungeranno, lo so.
Smetto di pensare, sparo e basta. Mi riempie di gioia sentire i loro urletti rabbiosi. Inumani. Arrivo ad afferrarne uno per il collo e lo strazio a forza di pugni. La testa lunga e traslucida della bestia si riempie di squarci, quel bastardo muore e non emette neanche un suono.
Sparo al prossimo a distanza talmente ravvicinata che quasi mi si spacca un orecchio per il rinculo.
Avanti, venite, posso star qui tutto il tempo. Racconterò la storia dei miei sensi di colpa a Cora solo domani, quindi ne abbiamo di tempo per star insieme!
Poi per un attimo, un altro mostro...che apre la bocca ringhiando. Mi mostra la sua lingua sbavante, terrfiicante per chiunque sa di dover morire di fronte a quell'orrida diabolica vista.
Non smetto di pensare ai morti che mi sono lasciato indietro.
“Cosa cazzo fai lì impalato?” mi sgrida una voce familiare. Cora!
“Da adesso decido io quando staccarmi o quando stare in azione. Sei troppo imprudente e se sei ancora vivo lo devi a me!”
Non posso finire di replicare che lei smette di guardarmi e comincia a far fuoco. Gioisco nell'udire il frastuono del suo fucile automatico a ioni.
Esplode raffiche brevi ma devastanti, i corpi degli xeno sono letteralmente spalmati sul terreno come pozzanghere molli.
Quando ha finito, Cora torna a ricambiare il mio sguardo: “Parleremo stasera. Ti sopporterò volentieri. Domani cambia tutto.”
“Cosa cambia , Cora?” dico io, sconsolato. Se non fosse stato per lei...
“Sarà guerra, Mr. Desmond!- mi dice, facendo la solita parodia di occhiolino-pagheranno per tutto. Ciò che ci manca, la Terra. E i tuoi dannati sensi di colpa, per cui avrei voglia di dartele fino ad ammazzarti!”
Edited by Fulci Forever - 16/10/2017, 22:36
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e Alien: Resurrection. Grazie a T-Black per i consigli.
, però ti consiglio tipo di modificare di continuo il primo capitolo tipo così