CAMPIONE DELLA SPECIE
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| /\ I_ I E I\I I) E /\ T I-I I\I O T E (Alien: Death Note Episodio 1, ho cercato di replicare i simboli che si formano a inizio film ed è venuto uno schifo)
Anno 2399, Pianeta LV-317
Sheyla sistemò il suo respiratore sul petto, la tuta le dava parecchio fastidio ma ci era abituata. Dopo quasi due settimane di addestramento in una cabina anti-gravità con addosso quella tuta infernale aveva imparato a conviverci. -"Apri!"- disse all'altoparlante rivolgendosi a Magnus, l'androide di bordo. Erano passati più o meno trenta minuti da quando l'astronave mineraria Andromeda-Alpha aveva toccato il suolo di LV-317, e come da protocollo la squadra di estrazione avrebbe sbarcato scaduta la mezz'ora per iniziare lo studio del terreno circostante per l'individuazione di giacimenti minerari. La squadra di esplorazione (e eventualmente trivellazione e estrazione) era composta da Sheyla, capo spedizione per conto della M.E.L, Magnus, l'androide supervisore e pilota della Andromeda, Damien, geologo specializzato, e infine Alicia, pilota del veicolo-trivella mobile d'estrazione. Al comando di Magnus, la cui interfaccia mnemonica era connessa alla console principale, la rampa dell'hangar di sbarco si abbassò cigolando fino a sbattere sul terreno roccioso. Mentre Alicia avrebbe guidato il veicolo-trivella gli altri tre si sarebbero incamminati a piedi. Il primo passo che Sheyla fece sul terreno del pianeta le ricordò quel che fù il capolavoro di Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello spazio, la cui musica le rintronò nella testa. -"La spedizione mineraria su LV-317 comincia...ora!"- Attivò il cronometro Magnus. Alicia attivò il comunicatore del casco attraverso il palmare nell'imbottitura del braccio sinistro, stando attenta a non urtare i comandi del suo veicolo: -"Sissignore!"-. Damien raccolse qualche campione nel suo recipiente apposito: -"Ehi Magnus, se troviamo qualcosa di interessante offri tu un conto aperto al bar della prossima colonia che incontriamo, ok?"- Ma Magnus si limitò a fare un cenno con la testa; il suo sguardo era rivolto all'orizzonte. Sheyla si avviò spedita stando a fianco alle ruote del veicolo-trivella. Passò piu o meno un'altra mezz'ora, e tra le lande nere rocciose di quel pianeta, tra qualche montagna e una pianura, alla fine giunsero dove il destino voleva. -"Alt!"- Urlò Sheyla, avendo avvistato in lontananza il precipizio. Alicia spense prontamente il motore del veicolo, fermatosi a una ventina di metri dal crepaccio, solo che quando Sheyla si avvicinò, si accorse che non era un crepaccio. Difatti, sotto gli occhi di Magnus, Sheyla e Damien, si ergeva una gigantesca pianura piena di ossa, corpi mutilati e colonne gigantesche che sorreggevano una grotta più in profondità. -"Ragazzi, che avete visto?"- chiese Alicia, sempre seduta nella cabina del veicolo-trivella, ma non ottenne una risposta, sicché Damien tastò la spalla di Magnus: -"I livelli di magnesio sono favorevoli. Da qualche parte, forse lì sotto, c'è al 70% un giacimento."-. Sheyla notò di lato una scalinata fatta da qualcuno, che conduceva in fondo alla pianura passando tutto intorno alle estremità di essa. -"Sii prudente."- si raccomandò Magnus, meccanico come sempre eppure sciolto nei suoi movimenti. Damien, dietro di loro, non riusciva a staccare gli occhi dall'ammasso di cadaveri che vedeva di sotto. Alicia iniziò a spazientirsi: -"Ma dove andate?"- la comunicazione iniziò a distorcersi in un ronzio confuso per gli altri, ma Damien lo sentì bene: -"Non lo so. Tu aspetta qui."- e si incamminò lungo la scalinata raggiungendo i due amici. Sembrò passare un'eternità, e più loro scendevano, più quel luogo appariva lugubre. -"Queste scale deve averle costruite qualcuno, no?"- chiese Damien. Sheyla si voltò lievemente verso di lui: -"Beh, di sotto troveremo di certo le risposte che cerchiamo."- Giunti in fondo alla pianura, i tre minatori attivarono le lanterne sui caschi, e Magnus si avvicinò a uno dei corpi a terra, lo esaminò per qualche momento e poi ne prese per le mani l'indumento: -"Abiti primitivi, quasi cerimoniali. Lo scheletro sembra essere umano ma non ne sono certo."- Sheyla si chinò assieme a lui per scrutare il corpo: -"Una popolazione indigena? su questo sasso?"- ma vennero interrotti da Damien. -"Una tuta della Weyland Yutany Corp. Forse erano membri di una nave coloniale!"- Ed effettivamente la tuta coincideva coi loghi della Weyland. Sheyla allora smontò il visore e si staccò il casco dalla testa, tirando un respiro profondo. -"Geoterraformazione! Sentite l'aria, con quel tocco di profumo in più...quel nonsochè. E' pera di geoterraformazione artificiale, non c'è dubbio."- Allora Damien fece altrettanto. Mai avrebbero pensato di trovare i resti di una colonia su un pianeta così remoto. Sheyla, messosi il casco su un fianco reggendolo col braccio destro si avviò verso le rovine, mentre gli altri rimasero ad osservare i corpi. Qualsiasi cosa fosse successa, pensò, aveva decimato quella gente in un colpo solo. Forse erano membri di una nave coloniale e, disertando, erano usciti dalla rotta prestabilita e avevano iniziato una nuova vita lì. Su una delle gigantesche colonne di pietra che sorreggevano il soffitto di pietra trovò inciso qualcosa di particolare: "Ave a Zellogi". Suonava alquanto criptico, ma forse si trattava di un culto che avevano fondato una volta trasferitisi in quella pianura-grotta. Mentre leggeva i graffiti sulla colonna, che a spirale andavano verso l'alto ripetendo sempre la stessa frase, alcuni minuscoli pezzi di roccia caddero dal soffitto, come se qualcuno vi si fosse attaccato sopra. Sheyla allora, per precauzione, si allontanò dal colonnato tribale e vide, dentro le tenebre della grotta, un tavolo. Il materiale col quale era fatto era lo stesso del terreno del pianeta, difatti più che un tavolo era una lastra rettangolare di roccia, con sopra alcune candele spente e...un libro. Il rivestimento era in pelle nera e, in scrittura bianca, il titolo Death Note. -"Sheyla, trovato niente?"- chiese Damien, mentre raccoglieva altri campioni dei terra, ma la comunicazione non giunse al casco di Sheyla, che si avvicinò al tavolo. Solo dopo, abituandosi all'oscurità, Sheyla si accorse di un altro cadavere, uno scheletro vestito sempre in una veste tribale con tra le mani una cesta, in essa ossicini di pollo smangiucchiati e lasciati lì a marcire. L'attenzione della ragazza però tornò sul quaderno, allungò una mano per afferrarlo, e non appena lo toccò...di fronte a lei si innalzò la sagoma di un essere mostruoso, la faccia sostituita da un teschio deforme coronato da un gigantesco copricapo di piume, come se fosse un indiano. -"Ave a Zellogi, eheheheheh..."- Iniziò a ridere la creatura, mentre nei reconditi bassifondi della caverna rimbombò un sinistro sibilo.
Continua...
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