Serie animata da 13 puntate, prodotta dallo studio MadHouse nel 1990, ed adattamento di alcune light novel dello scrittore Ryō Mizuno, Record of Lodoss War parla di un gruppo di eroi che si ritrova a dover combattere per fermare una guerra che minaccia di distruggere l'isola di Lodoss.
L'anime -parlando della sola serie primigenia, e quindi escludendo il seguito- ha una trama molto convenzionale, tipica dell'high fantasy più classico: un party di eroi, magie, draghi, elfi, nani, mostri....tutto il calderone che potreste trovare in un TES, oppure in una campagna di DnD.
Per cosa mi ha colpito questa miniserie?
In negativo, credo che avrebbe necessitato di qualche puntata in più, almeno 5-10, per sviscerare i personaggi e soprattutto Lodoss stessa: in sole 13 puntate, bisogna introdurre e narrare la guerra fra due fazioni/regni di cui non si assolutamente nulla. Ci si mettono in mezzo dei draghi che, se per due di loro può essere giustificata la presenza, per altri sembra siano stati messi solo per far numero.
O ancora, i mostri di Marmo: da dove vengono? Perché militano solo nelle fila di Marmo? Beld chi è esattamente?
Il colpo di scena del tradimento di Beld per mano di Karla, per quanto quest'ultima sia anche intrigante come personaggio, era molto telefonato, come pure è molto strano che Karla cambi corpo a metà stagione (eliminando oltretutto un bel personaggio, come il nano Gyrm) e che l'antagonista divenga Wagnard, prima di allora una comparsa e poco più.
E purtroppo, anche Parn, Deedlit e gli altri sono estremamente piatti come sviluppo caratteriale...ed è un grandissimo peccato, visto che anche il tenero fra Parn e Deedlit sembra molto forzato, nonostante mi abbia provocato sincere emozioni nelle sequenze più concitate.
Cosa c'è di buono quindi?
I disegni sono quadri, non ho remore nel dirlo.
Amo molto lo stile di disegno tra gli anni 80 e i primi 90, trovo avesse una sua grazia che qui si sposa benissimo a tutti i personaggi, sebbene siano Deedlit e Pyrotesse a guadagnarci.
Inoltre, le musiche, specie la sigla d'apertura che trasuda una struggente malinconia, particolarmente in italiano (purtroppo, a differenza di inglese e giapponese, non esiste una versione completa di questo bellissimo adattamento).
