È finita la scuola e io ricomincio a sfondarmi di film.
-"American life" (S. Mendes): buono e non banale ma non per tutti i gusti, c'è chi lo ha odiato, per fortuna ero dell'umore giusto.
-"Traffic" (S. Soderbergh): spesso dipinto come un capolavoro, io lo ritengo un filino troppo superficiale e conciliante per condividere. Soderbergh è un volpone senza pari, ma spesso si è preso dei bei rischi (tipo 4 ore e rotti di film su Che Guevara senza un oncia di retorica) e questo fa di lui un curioso ibrido tra macchina da soldi (è pur sempre quello di "Erin Brokovich" e "Ocean's eleven") e macchina brucia - soldi. Il che me lo rende simpatico. In "Traffic" i due lati emergono al pari, è girato da dio, visivamente accattivante e pieno di personaggi memorabili..però è anche piagnone e un po' irrisolto, cerca il respiro da grande racconto corale senza trovarlo fino in fondo.
-"Mississippi burning" (A. Parker): anche qui bene. Mai noioso, personaggi principali centrati. In particolare quello di Gene Hackman, che rispolvera in versione riveduta e corretta i panni indossati ne "Il braccio violento della legge". Il rapporto tra questa figura di poliziotto manesco e nevrile e il mondo - quello del Sud razzista - che ha voluto abbandonare è il nodo di interesse principale di un film che prende il volo soprattutto quando mostra il suo volto più ambiguo, salvandosi dalla banalità (non del tutto assente comunque) del semplice film - denuncia. Grande fotografia, e grande sfoggio di talento visivo.
-"The commitments" (A. Parker): Parker lo sto recuperando tutto, anche lui é una strana bestia. Tutto sommato la sua carriera non rende giustizia al suo talento. Bravo come pochi a costruire tensione, grande narratore di storie "nere", è tornato spesso al musical degli esordi. "The Commitments" è il suo miglior film musicale, sopratutto nella prima parte davvero travolgente.
-"La morte è la fanciulla" (R. Polanski): che v'oo dico a fa'? Tre attori, una casa, una tempesta. Un film ingirabile, non per niente Polanski è un maestro. Ottimo per avvicinarsi al suo cinema se non lo conoscete, essendo più accessibile sella media dei suoi film. E poi uno di quei tre attori è la nostra Sigourney.
-"Adeline - l'eterna giovinezza" (non mi ricordo di chi è): mi ci ha costretto la mia ragazza, temevo il peggio ma alla fine si fa guardare. L'idea di fondo della donna "congelata" a vent'anni di età funziona, e persino la spiegazione pseudo - scientifica del fenomeno risulta divertente (forse proprio perché assurda). Certo, è un film da fidanzata. Coi bacini e tutto, e poteva finire in maniera più interessante in almeno cento modi diversi. Ma c'è di peggio.
-"Sfida Infernale" (J. Ford) <<l'esemplificazione di tutto ciò che il cinema dovrebbe essere>> diceva Akira Kurosawa. Semplicemente perfetto. Dimostra trent'anni meno di quelli che ha.
-"I soliti sospetti" (B. Singer): alla facciaccia di chi sostiene che viva del colpo di scena finale, questo film è una bomba ad orologeria. Non annoia nemmeno per un istante
-"Lo Spione" (J. Melville): Trovatemi un noir americano del periodo che sia cattivo la metà de "Lo spione". Non si parla mai abbastanza di Jean Pierre Melville e di capolavori come questo
-"Omicidio a luci rosse" (B. De Palma): mi ha sconvolto. Hitchcock a manetta come sempre col buon De Palma, ma anche un gusto che ricorda il Powell di "L'occhio che uccide". Bisogna fumare roba buona per scrivere questa sceneggiatura, ma il risultato è forse il suo film più originale.
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