| Visti in streaming, in lingua originale, tutti e 13 gli episodi. Io non amo le serie televisive in generale, ancor meno i polizieschi, che trovo estremamente inflazionati e più o meno tutti uguali. Hannibal Lecter è però uno dei miei primissimi amori cinematografici, protagonista com'è di due (estremamente diversi) gioielli come Manhunter-frammenti di un omicidio di Michael Mann e Il silenzio degli innocenti di Demme. E se Ridley Scott non era andato oltre il mestiere di buona fattura in Hannibal, il prequel/remake Red Dragon, pur non facendo faville, ha rappresentato un'aggiunta ben più che piacevole alla mitologia che circonda il geniale psichiatra antropofago. Non mi pronuncio su Le origini del male, non avendolo visto. Il personaggio, di naturale (oltrechè effettiva) ascendenza letteraria, ha un fascino raro: eleganza, cultura, raffinatezza, intelligenza portentosa, estro artistico, curiosità analitica e psicopatologia omicida nello stesso corpo. Per questo, e solo per questo, ho voluto dare una possibilità alla serie. "Vediamo come se la cava il buon vecchio Hannibal sul piccolo schermo", ho detto. E come se la cava? Alla stragrande. Seguendo uno schema da poliziesco-thriller classico (omicidio-indagine-conclusioni), la serie si concentra sulla discesa nei gironi infernali di una mente brillante e poliedrica, Will Graham (Hugh Dancy), già conosciuto in un libro e ben due film. Convocato da Jack Crawford (Lawrence Fishbourne per la gioia dei fans di Matrix) dell'F.B.I. per dare il proprio ultraempatico contributo alla cattura di un killer di fanciulle, soprannominato "L'averla del Minnesota", Will si ritroverà invischiato nella propria diversità di pensiero, una paurosa capacità di entrare in sintonia con le menti altrui, anche e soprattutto quelle degli assassini seriali. Rimanendo sempre efficacemente avvinghiato a queste personalità, inizierà a dubitare progressivamente della propria. Al suo fianco, per la gioia del sottoscritto, Mads (nomen omen) Mikkelsen nei panni del nostro beneamato psichiatra.
Sembra davvero un ibrido tra cinema e televisione. Nulla di artificioso, nessuna censura sulla (spaventosa) violenza di molte (molte!) scene, grande originalità nella dinamica degli omicidi e delle indagini. Cupo dal punto di vista visivo, con una fotografia scura e spettrale. Soprattutto, sceneggiato da qualcuno con i controco****ni. In mezzo a questo balletto di morte, pungente ironia e desolazione, si muovono due interpretazioni elefantiache come quelle di Dancy e Mikkelsen. Il primo è un Graham nettamente più convincente e umano del pur eccellente Ed Norton di Red Dragon. Fragile, instabile, ma sempre in concreta ricerca di una verità. E il secondo...è il Lecter letterario. Non mi si fraintenda. Anthony Hopkins ha dato del personaggio un'interpretazione irraggiungibile, impossibile raggiungerla. Ma evidentemente si poteva avvicinarvisi prendendo la via della completa diversità, e l'attore l'ha fatto. Il suo Hannibal è fraterno, freddo ma a tratti quasi dolce, inquietante ma sempre insospettabile, mortalmente intelligente. Quasi ci si scorda che si tratta di un mostro. Finchè non colpisce.
Torno nel mio limbo. Questa è una serie thriller piena, cruda e intelligente. E non mi ha deluso.
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