| [size=1][size=7]Lunii protende la testa oblunga come se annusasse l’aria intorno a se ma in realtà il movimento che compie serve a scandagliare attentamente quanto la circonda, come una sorta di radar che riporta dettagliatamente ogni anfratto o variazione dell’ambiente circostante. Quello che una volta era stata la sua tana, il suo rifugio; il nido d’amore tra lei ed il suo compagno, che aveva prontamente divorato dopo la nascita della sua prole, non fa più parte della sua esistenza. Una nuova esistenza così come la sua nuova presa di coscienza, di quel che è diventata hanno reso obsoleto quel rifugio. I suoi progetti necessitano di un luogo più grande, più sicuro. Un attimo dopo corre giù dal pendio che dalla sua vecchia tana porta alle scogliere a picco su di un mare verde scuro, quasi violaceo. La sua velocità è diminuita ma quello che ha perso in agilità lo ha guadagnato in forza ed astuzia. Continua a correre, senza stancarsi, i cuccioli che ormai non riconosce più se non come cibo o disegno di un fine più alto sono stretti tra i piccoli arti frontali, stretti al petto. Potrebbe sembrare un gesto di protezione, quasi di dolcezza in un qualsiasi altro contesto ma non in questo, è vero che fa attenzione affinchè nulla accada loro durante questa corsa ma il destino che li attende; il fine ultimo al quale saranno immolati è sicuramente peggiore della morte e forse ancora peggiore che l’essere divorati dalla propria stessa madre come accaduto ai loro fratelli. Raggiunte le scogliere Lunii si ferma, la coda sferza l’aria a vuoto, dondola la testa, percepisce, sente; scatta di nuovo e si getta a capofitto da una roccia , protesa come una lama su quel mare ribollente, ostile. L’immagine è fugace e dura lo spazio di un respiro ma alla luce delle due lune e delle stelle la possente creatura sospesa tra pietra e cielo esprime un senso di maestà quasi regale. E’ proprio così, è una Regina, la sola regina di quel lontano pianeta degna di quel titolo. Non c’è creatura che possa reggere un confronto con lei in questo momento. La sua pelle manda bagliori metallici mentre scivola tra le protuberanze di roccia. Si muove sicura, sa dove deve arrivare ed in un attimo infila il suo corpo possente in una fenditura dritta nella pancia della montagna. Il calore è forte ma le da conforto. Quella terra le ha dato la vita, lo Space Jockey le ha dato una nuova vita ed ora forte del connubio di questa nuova esistenza ritorna alla terra per dare la vita ancora una volta. La caverna in cui si trova è ampia e dalla volta alta e scagliosa, Lunii è protesa sulle zampe posteriori per fare posto ad una sacca rigonfia color cuoio che si protende dalla parte finale dell’addome verso il terreno. I cuccioli sono davanti a lei. Ormai folli di terrore non hanno il minimo pensiero di quanto stia accadendo e nemmeno ci badano, tutto ciò che riescono ad intravedere nel buio della roccia è una sagoma scura e sibiliante, i loro sogni sono tinti di nero, sono i figli dell’incubo. La sacca si contrae strappando a Lunii gemiti e ruggiti, si protende di più, fino allo spasmo, per depositare un bozzolo madido di umori tra gorgoglii e spruzzi. Ma si sa che le sventure non vengono mai da sole; dopo il primo bozzolo eccone un altro, un altro ed un altro e ancora. Sopra la scogliera sta splendendo un sole diafano salutato da urli e ruggiti in lontananza; nella caverna invece sta splendendo un sole nero di vittoria per la gloriosa Regina, i bozzoli sono schiusi ma di tutta quella moltitudine solo due erano predestinati. I primi due che sono riusciti a raggiungere le creaturine imprigionate. I due cuccioli si ridestano da quella sensazione di soffocamento e nel calore della montagna stretti nella morsa di quel liquido che ne impedisce i movimenti cominciano a percepire una vibrazione che viene dal loro interno. Strabuzzano gli occhi e spalancano le gole in un acuto stridio di terrore e dolore. Le mascelle si aprono ancora di più mentre le ossa dello sterno scricchiolano e premono contro le fasce muscolari del petto. L’agonia è spaventosa, si protrae per un tempo infinito anche dopo che lo sterno è esploso in una pioggia di schegge d’ossa e carne. La creatura che ne fuoriesce, coperta di sangue, urla il suo trionfo di fronte alla madre e si getta a divorare il suo generatore mentre è ancora vivo. La stessa sorte tocca all’altro cucciolo ma è più fortunato perché nel momento in cui lo sterno si rompe una costola gli fora un polmone e raggiunge il cuore. Le due nuove creature salutano empaticamente Lunii, la gloriosa Lunii. Il legame è già forte, indissolubile. Sentono l’angoscia della regina che sta ancora deponendo uova che saranno destinate a morire dopo essersi schiuse se non ci sarà un ospite ad accoglierle. I due nuovi arrivati cominciano già a cambiare, sono simili alla loro regina senza raggiungerne la sua maestosità ma sono altrettanto letali. La loro agilità non ha pari e serpeggiano nella tana verso l’uscita senza averla mai vista. Come avessero una sorta di bussola dentro il loro cervello che li guida verso la giusta direzione. Il messaggio è chiaro; trovare e portare prede da cui trarre la vita, per creare la vita. Questo pianeta diventerà la loro colonia, la morte sarà la loro moneta. Uno dei due nuovi nati è completamente nero, l’altro ha sopra la testa una macchia chiara che lo contraddistingue. Viaggiano in coppia perché sanno di poter dare la morte più efficacemente nel caso fosse necessario e per poter tendere un’imboscata più facilmente. La voglia di uccidere è tanta ma sanno di dover portare delle creature vive per compiacere la grande madre. Mano a mano che si addentrano nella foresta oltre la vecchia tana sentono la loro forza crescere. Le bocche sgocciolano in quella corsa estatica, selvaggia. La loro perfezione è strabiliante quanto la loro semplicità, ogni cosa è al posto giusto…artigli, zanne tra le zanne. Ad un certo punto in una radura si fermano; hanno percepito qualcosa, una vibrazione nell’aria che non assomiglia a niente che appartenga a quel pianeta. Più in la oltre alcuni alberi abbattuti si cela una minaccia….è ridicolo che qualcosa possa permettersi di essere un problema per loro ma il segnale che giunge al loro circuito nervoso è chiaro. Si dividono in mezzo alla boscaglia per avvicinarsi senza essere visti, si muovono veloci, la loro strategia ed affiatamento è senza pari. Si accostano agli alberi caduti; oltre, ad un centinaio di metri, nella radura, c’è una nave da ricognizione con strani geroglifici scolpiti sulle fiancate. E’ affusolata e con due motori laterali su ciascuna ala. il metallo luccicante è completamente liscio e lucido tranne che per i fregi. Non ci sono aperture.
[SPOILER][/SPOILER] le creature si rivelano, lo scontro, ritorno alla tana, vendetta delle creature
|